GAMBASSI (1880-1942) mezzadri/braccianti; Casanuova/Monastero/Bellavista/Passeggeri. Famiglia quasi dimenticata i Gambassi, ma quando partirono nel 1942 da Passeggeri era oltre mezzo secolo che abitavano nel nostro popolo. Sono segnati presenti dal 3 marzo 1887 al 3 marzo del 1895 nel podere Casanuova e la famiglia di Santi Gambassi con i suoi otto figlioli la moglie Luisa Franci e l'anziano cugino Pietro raggiunge le undici unità. Ma la loro presenza si può far risalire almeno al 1880, anno di nascita a Quercegrossa di Emilio. In questa permanenza alla Casanuova, nonostante la morte dello zio Pietro nel 1894, la famiglia crebbe ulteriormente con l’arrivo di Settimia (1892), Giovanni (1894) che si aggiunsero a Emilia, Emilio, Martina, Carlo, Alduina e Vincenzo. Otto figlioli, a scalare da 20 ad 1 anno e la settima nata chiamata appunto Settimia (1892). La partenza dalla Casanuova li porta a Monastero il 3 marzo 1895 per un breve periodo di tre anni. Qui ci morì il piccolo Giovanni, sostituito subito da Ottavio nato nel 1896. Di nuovo in marcia il 3 marzo 1898, fanno il loro ingresso a Bellavista dove si fermeranno a lungo, per ventisei anni, e la famiglia con la crescita dei giovani si assesterà con una serie di matrimoni, nascite e morti. A queste vicende devono esser seguite molte partenze se nel 1928 sarà il solo Emilio a trasferirsi a Passeggeri, in una casa di pigionali e ridotto a bracciante. Di importante da segnalare a Bellavista ci sono le morti del vecchio Santi il 22 luglio del 1917, "morto all'improvviso" a 64 anni, e della moglie Luisa Franci nel 1919; il ritorno in casa di Emilia nel 1900, lasciata vedova da Antonio Mugnaini, con il figlio Dante, e l'altro matrimonio di Martina con Egidio Fosi nel 1904. Poi una serie di matrimoni e nascite tra le quali una coppia di gemelli, Dino e Nello nel 1924 da Carlo Gambassi e Narcisa Porciatti, sposi dal 1911. Al gemello Dino venne imposto come secondo nome Aladino in memoria di un fratellino morto di 9 anni nel 1921. Anche Settimia si era sistemata a Basciano nel 1912 con Giovanni Mori. Arrivò poi l’anno 1928 e i Gambassi si dispersero in varie direzioni. Solo Emilio rimase in zona spostandosi a Passeggeri e lavorando come bracciante per il Sarrocchi fino al 1942 quando, con la moglie Costanza Camaiani, si trasferì nel territorio di S. Leonino in Conio. La figliastra Irma Patacchini, di Costanza e fu Giovanni Patacchini, li aveva lasciati nel 1937 per unirsi in matrimonio con Armando Ferrozzi delle Redi. Emilio fu l'ultimo Gambassi di Quercegrossa. GHINI (1945-1970); braccianti; Passeggeri; da Siena. Il bracciante Corrado Ghini fu Ottavio prese dimora a Passeggeri nelle case a pigione nel marzo del 1945. Si presentarono in quattro: Corrado (1901), la moglie Nella Mariotti (1909) e i figli Pietro (1933) e Giulia (1939). Provenivano dal luogo detto Castagnino dove avevano dimorato soltanto per sei mesi. Rimasero ben venticinque anni e vissero tutto il travaglio della fattoria dopo la morte del senatore Sarrocchi nel 1950. Corrado era nato al Poggiolo il 1 agosto 1901 in una numerosa famiglia di quindici persone, entrata da poco in quella parrocchia. Al podere Prugliano, dove abitavano, era capoccio il nonno Serafino del fu Giuseppe, vedovo di Marina Bucci, nato nel 1832; morirà 85enne il 19 luglio 1916 due anni dopo lo seguirà l’anziano fratello Fortunato di 80 anni. I figli Giuseppe (1862 - Encine, 1941), il futuro capoccio, celibe, Primo (1876 - morto a Basciano nel 1953) e Ottavio (1872) con mogli e figli costituivano i nuclei familiari che intorno al 1925 contavano ancora 15 persone in prevalenza del nucleo di Ottavio che con la moglie Zelinda Rigacci sposata al Poggiolo il 25 luglio 1898, ha messo al mondo diversi figli: Amato, Corrado, Amedeo, Settimia e Lina. Mancano Guglielmo morto nel 1914 ed Enrico deceduto il 22 maggio 1919 a 20 anni. Nell’anno 1928 i Ghini si trasferiscono al podere Encine di Basciano, dove il 28 aprile 1929 Corrado si sposa con Nella Mariotti. Poi segue il distacco dalla famiglia e dal 1945 al 1970 il rammentato periodo di Passeggeri dove Giulia si sposa il 4 ottobre 1962 con Arturo Perozzi, fratello di Giuseppa di Quercegrossa. La partenza da Passeggeri li porta ad abitare per alcuni anni nella pigione di Tabbiano di Basciano e qui Corrado chiude la sua esistenza terrena alle 17,15 del 20 gennaio 1975. GIACHINI (1928-1984); braccianti/minatori; Quercegrossa. “Beppe dì’ Giachini” è stato uno dei più pittoreschi e ricordati personaggi della Quercegrossa del Novecento da quel 5 agosto 1928 quando prese dimora all’ultimo piano del Palazzaccio, nelle stanze che erano state della maestra Periccioli. Non che frequentasse la società e raramente lo trovavi al bar, ma si vedeva in giro sbucare a tutta velocità dalle strade di campo col suo carico di erba o legna o altro, raccattati chissà dove, per sé e per i suoi coniglioli, prima con la bicicletta, poi col Mosquito e gli ultimi tempi col Quarantotto. Gran cacciatore, la sua specialità era il capanno. Di lui sappiamo che era nato a Radda il 9 settembre del 1901 e quando arrivò a Quercegrossa era nubile e viveva con la mamma Maria Carapelli vedova del babbo Luigi. Nel febbraio del 1928 dal podere Carpella, dove probabilmente era contadino con la sua famiglia, torna a Corsignano di Vagliagli "tornato colono a Corsignano", sempre accompagnato dalla mamma. Sei mesi dopo eccolo a Quercegrossa, e questa sarà la sua ultima tappa. Maria o la "vecchia Giachina" come veniva definita a miei tempi, era una donnina vestita di nero che spesso scrutava i passanti dalla sua finestra del Palazzaccio e per passare il suo tempo non disdegnava di fumare la pipa. Campò a lungo, fino al 26 aprile del 1955, e quando morì aveva 87 anni. La seconda donna di Beppe fu la moglie Natalina Dreassi di S. Leonino che sposò nell'aprile 1934. Bracciante e minatore il Giachini visse anch'esso a lungo, fino a 86 anni, e morì in Commenda il 10 febbraio del 1984, quando da tempo aveva lasciato il Palazzaccio per la sua nuova abitazione nell’edificio davanti al Leccino Nuovo. Natalina rimase sola e, dopo un periodo di convivenza col fratello, venne accolta nella Casa di Riposo di Radda dove il 13 dicembre 2004 festeggiò i suoi cento anni di vita prima di morire l’anno successivo. Non hanno lasciato figli. GIANNINI ATTILIO (1939-1953); mezzadri; Quercegrossa; da Lilliano. Con la costruzione delle nuove case tra Casagrande e il forno, adiacenti alla vendita di Tabacchi e all'abitazione degli Oretti, i Mori avevano preparata la dimora per il nuovo contadino del loro terzo podere. Fu la famiglia Giannini che vi fece entratura nell'aprile del 1939 proveniente da Montespertoli. Sette persone alla guida di Attilio (1871) del fu Annibale e della fu Teresa Bartalucci, con la moglie Virginia Marchetti e i figli Dino (1914), celibe, e Pietro (1907) sposato nel 1931 con Eugenia Borghi, e i nipoti Iolanda (1932) e Benito (1934). Se si esclude Attilio nato nel Comune di Colle Val d'Elsa, tutti gli altri componenti della famiglia sono stati battezzati nella parrocchia di Lilliano, e qui vi prese moglie Pietro nel 1931. A Quercegrossa si fermarono quattordici anni e di questo periodo si segnalano la morte della nonna Virginia nel 1947 e la nascita del terzo figlio di Pietro, Maurizio (1943). Ma la nota più rilevante e al tempo stesso la più tragica fu la morte di Dino in guerra, disperso sul fronte russo, alla quale si aggiunse nel 1944 il serio ferimento della dodicenne Iolanda al primo bombardamento del Dorcio. Due avvenimenti che resero questa famiglia la più colpita dalla guerra. Nel 1953 i Giannini fecero i bagagli e si trasferirono ai Tufi di Siena. Di loro è rimasto un buon ricordo, in particolare di Benito, calzolaio, che sposò poi Gioia di Dante Sestini. L'abbiamo rivisto tante volte in Piazza, sul carroccio, intento a suonare con la sua chiarina l'inno del Palio. Dopo tanti anni di assenza Iolanda ha fatto ritorno a Quercegrossa con la sua famiglia. GIANNINI FRANCESCO (1893-1929); logaioli/mezzadri; Quercegrossa/Belvederino. Sono trascorsi troppi anni ormai perché qualcuno ricordi la famiglia di Pietro Giannini entrata nel nostro popolo nel 1893, da non confondersi con il Pietro Giannini contadino dei Mori giunto a Quercia nel 1939 e senza nessuna parentela tra loro. Il 50enne Pietro di Michele fu logaiolo o camporaiolo del prete di Quercegrossa e abitò nella casa pigione della Chiesa dal 3 marzo 1893 al 3 marzo 1895 con la moglie Carolina Farciani e i di lei figli del primo marito: Maria di 19 anni e Francesco del fu Francesco Giannini. E' evidente che Pietro aveva sposato la vedova del fratello Francesco, in stato interessante quando perse il marito per battezzare il figlio come il padre defunto. Due anni alla Chiesa e poi a Belvederino per rimanervi la bellezza di 34 anni fino al 1929 quando fecero posto ai Lorenzini. Qui sono definiti prima logaioli e poi, dal 1914, coloni delle Lodoline. Alla partenza della nipote Maria fece riscontro il matrimonio di Francesco con Argia Tanzini e le conseguenti nascite di Nello (1911), Ghino Venanzio (1914) ed Emilio (1920). Annina, nata molto più tardi nel 1928, morì subito alla nascita. L'anziana Carolina Farciani in Giannini se ne partì nel 1920 seguita un anno dopo da Pietro ormai di 79 anni. Pietro era nato a Castellina in Chianti e i suoi figliastri a Radda. Francesco e famiglia dopo Belvederino abitarono per pochi giorni alla Muraglia, sopra le Badesse, per ripartirne nello stesso anno 1929 diretti ad un posto sconosciuto del Comune di Castelnuovo B.ga. GIANNINI PELLEGRINO (1906-1907); operanti; Gallozzole/Mulinuzzo. Il 27 dicembre 1907 l’anziano Pellegrino Giannini fu Sebastiano, con la moglie, dopo una stagione come bracciante lascia le Gallozzole. L’anno successivo, il 10 maggio 1908, a seguito della probabile morte della moglie entra da solo come garzone al Mulinuzzo presso i Bruttini. Pellegrino non ripartirà più e al Mulinuzzo morirà il 15 marzo del 1923 di 81 anni. |