FORNI (1896-1940) mezzadri; Casino/Quercegrossa; da S. Fedele. L'ultimo anno della loro presenza fu il 1940. Partirono per Basciano dopo ben quarantasei anni di residenza in due diversi poderi del nostro popolo: il Casino e Quercia Grossa. Gesualdo, il capoccio succeduto allo zio Niccolò, muoveva i primi passi quando nel febbraio 1896 presero a lavorare il podere del Casino provenienti da S. Fedele. Erano una bella famiglia e avevano trascorso ventitre anni al podere Colombaio dove vivevano dal 1873 e dove nel 1890 la famiglia si componeva di nove persone alla guida del capoccio Angelo del fu Michele, vedovo senza figli. Nel 1892 si era sposato Ferdinando di Sabatino con Serafina Marchionni e alcuni anni dopo morirà Faustina Auzzi moglie di Niccolò sposata il 26 giugno 1886 e anche Angelo non entrerà a Quercegrossa. Quindi, nel 1896 al Casino il capoccio 34enne vedovo Niccolò (1862) comandava tredici persone divise in due nuclei familiari: il suo, composto dai tre figli Giuditta (1887), Federigo (1889) e Celestino (1891) e quello del fratello Ferdinando con i figli Giulia, Nella, Corradino, Giosualdo e Giosuina. Completavano la famiglia l’anziano padre Sabatino (1830), vedovo di Giuditta Meli, che morirà entro breve tempo, e i fratelli celibi Pasquale e Michele. La permanenza al podere Casino si protrasse fino al 1932 e in questi 36 anni si attuò la presa del comando da parte di Gesualdo, l’unico a rimanere in famiglia, molto tempo prima della morte dell'anziano Niccolò avvenuta a Quercegrossa il 1 dicembre 1934 all'età di 72 anni. Dei tre figli di Niccolò, Giuditta si sposò nel 1909 con Narciso Papei e tornò a Sovicille, Federico morì giovanissimo a circa 10 anni e Serafino cadde nella Prima guerra. Dei figli di Ferdinando e Serafina, Giosualdo fu il primo a sistemarsi nel 1921 a Pontignano, una settimana prima del matrimonio della sorella Nella. Lui prese in moglie il 20 gennaio Livia Ciupi nativa della Canonica a Cerreto e figlia di quel Giuseppe che nel 1927 tornerà alle Gallozzole, mentre Nella sposò il 27 gennaio a Quercegrossa Ezio Soldani delle Tolfe. Seguirono nell'arco di sei anni i matrimoni di Giulia con Armido dei Taddei di Gardinina il 17 aprile 1926, e il secondo di Nella l'8 ottobre 1932 all'età di 34 anni con il 50enne Lorenzo Borgheresi, tornando a pigione al Leccino. L'ultima sorella Gesuina lasciò ben presto la famiglia e non risulta più a Quercegrossa. Dal matrimonio di Gesualdo e Livia nacquero quattro figli con i maschi battezzati a S. Leonino: Lido il 7 novembre 1921; Lida il 9 febbraio 1923 battezzata a Basciano; Ardizio il 13 gennaio 1925 e Enzo il 25 luglio 1926. A seguito di tutto ciò, quando nel 1932 si spostarono dal Casino al podere di Giotto in Quercegrossa, i Forni erano in undici con Gesualdo e la sua famiglia, il fratello Corrado operaio a Vignaglia che prenderà moglie due anni dopo il 28 novembre 1936 sposando Nella dei Meli del Leccino e trasferendosi per sempre a Montecatini, il babbo Ferdinando con Serafina e gli zii Pasquino e Niccolò che, come abbiamo visto, morirà alla fine di quell'anno. Gesualdo detto "Lampo" o "Lampino" fu un personaggio noto e partecipe insieme ai figli nella Quercegrossa anteguerra. Nel 1940, come detto, fecero i bagagli e si trasferirono a Basciano dove il 18 gennaio 1945 moriva improvvisamente Gesualdo. Cessarono con il lavoro dei campi al tempo della grande fuga e si trasferirono a Poggibonsi. FOSI (1899-1906) - (1930 ca. - 1950); mezzadri; (Petroio/Maciallina) - (Belvederino). La famiglia di Egidio Fosi è ricordata da tutti come “i Fosi di Belvederino”. Ma pochi sanno che questa famiglia era entrata nel nostro popolo fin dal 3 marzo 1899 e per un anno abitano a Petroio poi, il 3 marzo successivo, prendono dimora a Maciallina dove restano fino al 1906. In quel primo periodo di Petroio la famiglia si compone di dieci elementi comandati da Raffello del fu Niccolò e della fu Serafina Tatini. Raffaello ha 46 anni come la moglie Erminia Rinaldi che l’accompagna con la folta schiera di sette figlioli: Egidio di anni 23, Tito di 21, Giuseppa di 20, Luisa di 19, Angela di 15, Vittorio di 12 e Assunta di 10. Completano il numero la seconda moglie di Niccolò ossia la matrigna di Raffello, Serafina Milanesi di 73 anni. Il primogenito Egidio è nato e battezzato a S. Polo ed è da lì che forse proviene la famiglia Fosi. Il periodo successivo di Maciallina è pieno di eventi per la famiglia: belli e brutti. Luisa si sposa nel 1902 con Pellegrino Cresti, un bracciante di S. Leonino, ed Egidio il 12 novembre del 1904 con Martina dei Gambassi di Bellavista. Ma ai matrimoni si aggiunsero anche quattro funerali e il tutto rappresentò una grossa perdita per la famiglia che si ridusse a sei persone. L'anziana matrigna Serafina se ne andò nel 1902 e la giovane Assunta morì a 13 anni nel 1903. Di Tito e Giuseppa, morti poco più che ventenni, non conosciamo l'anno. Comunque, nel 1906 i Fosi si rimisero in cammino e si trasferirono al podere Fonte sempre nel Comune di Castelnuovo B.ga, abbandonando momentaneamente la parrocchia di Quercegrossa. Difficile stabilire la data del loro ritorno nel podere di Belvederino, probabilmente intorno al 1929/30, forse contemporaneamente ai Lorenzini che vi fecero il loro ingresso nel 1929. La famiglia si è mantenuta di cinque unità, ma il capoccio Egidio (1876), come la moglie Martina hanno già superato i cinquanta e il babbo Raffaello è quasi 80enne; morirà nel 1937 a 84 anni. Mandano avanti il piccolo podere i giovani Gino (1910) e Tito (1913). Esattamente un mese dopo la morte del nonno, il nipote Gino si sposò con Primetta dei Bianciardi del Poggiagrilli. Passano alcuni anni e il destino si porta via, piuttosto presto, i due genitori: Egidio il 6 marzo del 1940 e Martina il 18 marzo nel 1945. Rimangono in tre in casa Fosi, ma per poco più di due mesi perché il 2 giugno 1945 Tito prende in moglie Lida Bruttini a Pievasciata e il 24 marzo 1946 rinasce Egidio. Così, infatti, chiameranno il loro primo figlio in ricordo di un nome che doveva essere antico presso i Fosi se anche tra i Fosi di S. Fedele, certamente loro lontani parenti, si trovava ripetuto il nome di Egidio. Passarono anche gli anni Cinquanta, pieni di lotte agrarie e novità per la mezzadria, ma ormai la strada era segnata e anche i Fosi abbandonarono la terra. Perciò nel 1960 i due fratelli si divisero: Tito tornò all'Impruneta e Gino si spostò alle Lodoline dove continuò a lavorare la terra, ma come salariato. Un originale ricordo della famiglia da una nipote dei Lorenzini: "I Fosi di Belvederino avevano un sussidio di guerra e compravano zucchero, riso e sale con questa tessera. La massaia nascondeva tutto e noi ragazzi e una donna di casa sua si cercava di rubarlo per farci il croccante". FRANCIONI (1954-1960); operaio; Quercegrossa; da Basciano (Poggio al Sale). Ho sempre viva l’immagine di quel carro trainato da bovi, carico all'inverosimile di mobilia, specchi, reti e altri accessori di casa che quel pomeriggio del 1954 si fermò in piazza a Quercia per scaricare quella che era la roba di Egisto Francioni, il nuovo inquilino nelle case del Barucci, proveniente dal Poggio al Sale di Basciano dove abitava con la famiglia da alcuni decenni. In cima al carro, sprofondato in coperte e materassi, il mio cugino Fabio, il figliolo di Gina Rossi che aveva sposato Egisto Francioni il 31 gennaio 1948 a Quercegrossa. Egisto avrebbe preferito lasciare definitivamente il podere insieme a tutta la famiglia, ma il fratello Lido, detto Misdea, si oppose e una parte dei Francioni rimasero al Poggio al Sale ancora per un decennio circa prima di trasferirsi a Vagliagli e chiudere con la mezzadria. Erano arrivati in quel podere a metà anni Trenta del Novecento dopo una quarantennale permanenza al podere Montechiarone della parrocchia di Vico d'Arbia. Giovanni (1881) con la moglie Corradina, i figli Bruna, Lido, Egisto (1914) ed il fratello Torello (1874-1944) sposato a Pia Granai componevano una famiglia non molto numerosa e dividevano le terre e l'edificio del Poggio al Sale con l'altra famiglia contadina dei Caini. Le vicende più antiche conosciute dei Francioni si svolsero nel territorio compreso fra Castelnuovo B.ga e Siena nella parrocchia di S. Ansano a Dofana in diocesi di Arezzo dove troviamo i primi dati e dove vissero fino all’Ottocento inoltrato. Il capostipite Francesco, sposato con Angiola, dovrebbe aver fatto ingresso a Dofana a metà Settecento con il figli Santi, nato nel 1736, Michelangiolo, Gaetano, Arcangiolo e Caterina. Nel 1753 li troviamo al podere Carpineta, ma il padre Francesco è morto e Angiola si ritrova a capo di una giovane famiglia con Santi, il maggiore, di soli 17 anni. Ma subito dopo dovrebbe chiudere la sua esistenza anche Angiola perché i figli abitano poco dopo con lo zio Giovanni nel podere della Pia Casa della Sapienza, sempre di Dofana, e a Carpineto nella loro precedente dimora vi si sono trasferiti altri parenti Francioni. Con la maggiore età e dopo il matrimonio con Angiola Turillazzi, Santi lascia i parenti seguito da tutti i fratelli e si sposta al podere Poggio di Sopra del sig. Gori dove inizia a mettere al mondo i suoi figli col primo nato nel 1761 chiamato come il padre Francesco, ma deceduto in età infantile. Il Francesco, l’avo diretto, nascerà il 14 marzo 1764 e in tutto saranno dieci i figli di Santi. ![]()
Barbiere e operaio nell'edilizia, Egisto decise un giorno di tornare a Siena come casiere e autista e lasciò Quercegrossa nel 1959/60, ma non per sempre perché vi rientro negli anni Ottanta per morirvi nel novembre 1993. Il figlio Fabio, sposato a S. Gusmè, ha mantenuto la residenza a Siena e ha continuato la tradizione dei Francioni con due figli maschi Luca e Guido. Gina Rossi, ormai 90enne, è una tra le più anziane del nostro paese.
|