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Nel settembre 1821, Agostino Tanzini detto Gosto fu sorpreso con alcuni complici a rubare fichi, uva e altra frutta.

- “Dai replicati reclami giunti alla Polizia, è venuto in cognizione che i noti:
- Gaetano Grossi detto Naso
- Giovanni Galanti detto Ceccherone
- Guerrino Panichi
- Andrea Bussagli detto il secco
- Agostino Fontani anzi Tanzini, e
- Niccolò Fontani pastaio,
tutti di Siena, si portano giornalmente a commettere dei danni, e ruberie dei beni altrui situati all’aperta campagna, e che signatamente nel giorno d’ieri cinque del corrente mese, circa le ore quattro pomeridiane tutti riuniti fuori della porta San Marco, in luogo detto San Carlo, il Grossi, ed il Galanti s’introdussero nei campi di Francesco Paolini contadino del Sig. Pietro Sani al podere detto la vigna, e rubarono l’uva, i fichi, ed altri frutti ivi esistenti, mentre gli altri quattro stavano facendo la guardia sul muro che circonda i campi medesimi...”.


Del reato di ingiurie si resero colpevoli in tempi diversi contro la stessa persona Agostino Tanzini detto Gosto e Giovanni Simoncini detto Belloccio.
Il 18 marzo 1827 il venticinquenne Tanzini, “pollarolo coniugato senza figli”, nativo di S.Polo in Chianti, ma domiciliato in Siena, “si era fatto lecito scagliare addosso all’ebreo Isacar Gallichi una torsolata di cavolo nell’atto che voltava la cantonata di S.Martino”. Tratto in arresto, il Tanzini “invece di mostrar pentimento della commessa insolenza ebbe la temerarietà d’insultare lo stesso famiglio col dirle: non fate più il birro, ma la spia!”.
Purtroppo l'episodio non si concluse con il fermo del Tanzini, ma ebbe conseguenze più dolorose. Infatti bisogna sapere che “la debolezza delle potenze intellettuali delle quali è affetto Isacar Gallichi Israelita lo porta ad aver a male ove venga distinto col nomignolo di Schizza ed in tal circostanza s’infuria, e si avventa alla vita del primo che trova facendoli delle minacce”. In quell'occasione accadde che il Gallichi, dopo aver dato al Tanzini del “Cristianaccio cane”, si imbatté in un certo Cianferotti che sanzionò la reazione scomposta dell'ebreo, rifilandogli dei pugni che gli causarono, come da referto medico, la rottura di un dente canino e di un incisivo.



Tratto da FANTINI BRAVA GENTE di E.Giannelli, M.Picciafuochi, A.Ferrini e O.Papei - Betti Editore, Siena 2014