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Al Gistri Mugnaio andò molto peggio dodici anni più tardi, il 30 dicembre 1812, quando fu aggredito e dalla sua casa fu trafugata una notevole quantità di oggetti, anche di grande valore, da una banda di sei malfattori. Dal suo drammatico racconto ci sembra di capire che si trattò di una sorta di spedizione punitiva, con finale grottesco, ideata per fargli pagare la sua attività di avido usuraio.
“Antonio Morandi di professione mugnaio dimorante al Mulino denominato Riluogo nella Cura di S.Eugenia, mezzo miglio distante dalla Porta Pispini, vi riferisce come la sera scorsa circa le ore sei si introdussero a viva forza nella sua casa sei persone armate di archibugio, pistole, e coltelli che uno con pastrano bigio, e gli altri con giubbino scuro, con il viso tinto di nero, che non diede a conoscere chi fossero, e dopo il referente avendo tentato di difendersi da tali assassini ricevé da uno di essi un colpo nella testa con il calcio dell’Archibugio che lo fece cadere per terra, e da un altro ricevé due coltellate che una nel petto di parte sinistra, e l’altra nel dito pollice della mano sinistra, dopo di che i detti individui dopo aver legato le mani e i piedi, a due suoi figli, ed al suo garzone li fecero tutti distendere con il corpo a terra e li coricarono con i materassi, e sacconi dei letti, e si misero a saccheggiarli tutta la sua casa con averli rubbato da un canterano che resero aperto con la chiave che trovarono in dosso di se referente scudi dugento toscani in monete di pavoli dieci, di cinque dei testoni uno zecchino e una mezza lenticchia di oro, una corniola legata in oro, un orologio di argento con due casse, tre cucchiari, e tre forchette d’argento che due di dette posate le aveva ricevute da un tale Biagio Torri di Siena, e due para di fibbie d’argento da scarpe, e dalla cassa della sua moglie che trovarno aperta li rubbarono tre vezzi di perle scaramazze con magliette d’argento, che uno di fila 16, altro di fila 8, e l’altro di fila 6, un paro pendenti simili con crocetta che aveva in pegno spettanti a Stella ved. Felloni, 5 corniole diverse legate in oro, 3 anelli legati in oro, che uno con pietra di colore, e gli altri due con diamanti, due paia di maniglie di granati con borchia di argento, un paro di buccole di oro, tutti i vestiti della sua moglie parte di seta, parte di panno, e parte di fazzuolo , 4 fazzoletti da collo, uno scialle rosso, 4 para di lenzuola di lino, 6 tovaglioli, a da capo al letto gli hanno rubato due orologi di argento, che uno a una sola cassa, e l’altro a due che aveva ricevuto in pegno dal fu Valente Ciatti.
Ciò fatto tutti i 6 sopranominati individui si misero a tavola a mangiare e bere dopo di essere stati in cantina ad attingere il vino dalle tre botti che li lasciarono aperte, e dalle quali sarà versato circa a tre barili di vino rosso, come pure gli rubbarono due galline di diverso pennaggio.
Essendosi trattenuti a tavola per lo spazio di circa due ore, se ne partirono lasciando noi tutti legati come sopra”.

Dopo tanti omicidi volontari, veri o presunti, diamo notizia di un omicidio colposo, che meraviglia per non aver avuto come conseguenza alcuna condanna penale. Lo commise Gistri Mugnaio.
“Antonio del fù Agostino Morandi detto il Gistri Mugnaio al Mulino della Sapienza fuori di Porta Pispini processato a querela del Bargello di questa Piazza, pretendendosi, che quantunque fosse nel dì Primo Luglio 1800 stato avvisato da Filippo Felloni Mugnaio al Mulino dei Duponti di non dare la via all’acqua che và ad imboccare nei canali di detto Mulino del Felloni, perché in detto giorno doveva entrarvi Maestro Bruno Gani muratore di questa città per accomodare una delle trombe di detti canali, si facesse lecito in detto giorno di macinare del grano, e così dava la via all’acqua, che imboccava in quelli nei quali era a lavorare detto Gani, il quale vi restò soffogato, e fu privato di vita. Ma essendosi riscontrato, che l’operato di detto Morandi era referibile al più ad una pena lievissima per cui non è essere stato, né essere luogo a procedere criminalmente contro l’imputato Antonio Morandi”.
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Tratto da FANTINI BRAVA GENTE di E.Giannelli, M.Picciafuochi, A.Ferrini e O.Papei - Betti Editore, Siena 2014 |