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Un altro fantino lesto a usare le mani fu Luigi Inglesi detto Fornaio, autore insieme ad altri di una bravata di cui fu vittima occasionale un onesto lavoratore. Lo svolgimento dei fatti è descritto nella sentenza.
“Angelo del fu Luigi Lotti detto Pipeo nato e domiciliato a Siena di anni 28 scapolo e Luigi del fù Giuseppe Inglesi d’anni 23, nato e domiciliato in Siena, coniugato, conciatore di grano.
Che alle ore 12¼ della notte dal 23 al 24 Novembre 1853, mentre Agostino Ciani era sulla Piazzetta di Postierla in questa città, con il carro e i vasi onde vuotare un pozzo nero, si trovò circondato da sei o sette individui, i quali gli intimarono l’arresto per motivo rimasto ignoto.
Che il Ciani non obbedendo a quell’intimazione, uno di detti individui che il Ciani conosceva solo per nome, e che l’ha riconosciuto, ed è stato essere Angiolo Lotti, dette al Ciani un colpo di mano chiusa nella nuca per effetto del quale il Ciani essendosi trovato fuori d’equilibrio dové fare alcuni passi indietro, e in tal circostanza gli cadde il cappello, ma chinatosi per raccoglierlo, si sentì offeso da un colpo di bastone nell’omero destro, ove riportò una contusione estesa circa tre pollici, di natura semplice e leggiera per effetto della quale fu impedito per giorni otto dalla sua occupazione, senza che il Ciani si accorgesse da chi gli era stato ammenato un tal colpo.
Che datosi il Ciani ad acclamare gli offensori si dettero a precipitosa fuga, dirigendosi chi verso il Duomo, chi verso S.Marco, chi verso S.Pietro alle Scale.
Che mentre le persone accorse alle acclamazioni del Ciani inseguivano quelli che fuggivano verso S.Pietro alle Scale, la Real Gendarmeria arrestò uno de fuggitivi, che vide essere Angelo Lotti.
Che lo stesso Lotti e Luigi Inglesi la mattina successiva incontrata su questa Piazza del Campo persona di loro relazione, le raccontarono di avere nella decorsa notte perché esilarati dal vino, bastonato dei contadini sulla Piazzetta di Postierla”. Per questi motivi il Tribunale “condanna Angelo Lotti e Luigi Inglesi come colpevoli d’ingiurie nella pena del carcere per giorni dodici per ciascheduno, e condanna il Lotti come colpevole di lesione personale improvvisa leggiera nella stessa pena del carcere per giorni venti”.
I dodici giorni trascorsi in carcere da Fornaio non servirono al suo ravvedimento. Riacquistata la libertà, tornò subito a delinquere cambiando però genere di reato. Il 26 dicembre 1853 fu arrestato per furto e riportato in galera a Siena dove rimase fino all’11 marzo quando venne accompagnato al carcere fiorentino delle Murate.



Tratto da FANTINI BRAVA GENTE di E.Giannelli, M.Picciafuochi, A.Ferrini e O.Papei - Betti Editore, Siena 2014