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Nel 1900 protagonista di una furiosa rissa fu Ulisse Betti detto Bozzetto, che allora aveva già all’attivo quattro vittorie riportate nel breve spazio di un triennio. Suo antagonista fu un certo Enrico Costantini. Il verbale dell’udienza tenutasi il 20 marzo 1901 ci descrive in modo dettagliato i fatti accaduti:
“Betti Ulisse di Giovanni, di anni 37, vetturino di Chiusdino, è imputato di lesioni per avere il 14 dicembre scorso, nella piazza dell’Olmo in Chiusdino, per futili motivi percosso Enrico Costantini, colpendolo col pugno nella bocca e cagionandogli alla gengiva superiore delle lesioni guarite in 19 giorni, e la lussazione dei due incisivi superiori con malattia per 52 giorni. È imputato altresì di minacce in danno del medesimo Costantini, esternate in una lettera direttagli il 5 dicembre scorso in Boccheggiano, a causa di questioni per corse di cavalli, e nella quale scrisse le parole - A buon intenditor poche parole: occhio, gamba e macchia vicina -.
Il Betti è difeso dagli avvocati Enrico Falaschi e Luigi Bindi.
Betti Ulisse racconta come, avendo egli vinto il primo premio nelle corse di Boccheggiano, gli altri concorrenti gli saltarono tutti addosso per percuoterlo. Afferma che il Costantini ha odio con lui perché egli, nella sua qualità di vetturino, serve la di lui moglie dalla quale il Costantini è diviso, quando ha da recarsi fuori del suo paese. A Chiusdino incontrò il Costantini che attaccò lite con lui e si azzuffarono.
Nella lotta caddero a terra tutti e due ed avendo il Costantini battuta la faccia contro uno scalone, si produsse le lesioni.
Costantini Enrico fu Achille, di anni 32, possidente, di Chiusdino controbatte dicendo che il Betti gli tirò un pugno sulla bocca, facendolo stramazzare a terra e che gli si lanciò addosso, tempestandolo di colpi, fino a che non intervennero persone a dividerli”.
Segue una lunga serie di testimonianze tutte a difesa del Betti.
“Cortesi Paolo, di anni 26, calzolaio di Chiusdino, fu presente alla lite successa fra i due. Vide il Costantini lanciarsi contro il Betti e, nella zuffa che ne successe, inciamparono nel marciapiede e caddero a terra; egli corse per dividerli e in questa circostanza vide che il Costantini aveva in mano uno stile.
Costantini interrompe per dire che egli non aveva arma di sorta. De Roemer dott. Dino, medico condotto a Chiusdino, conferma la sua perizia medica, dicendo che il Costantini rimase malato per 52 giorni. A dimanda dei difensori aggiunge che lo stesso Costantini sarebbe potuto guarire prima di 20 giorni se la sua dentizione fosse stata nello stato normale e non deteriorata da sostanze mercuriali”.
Intanto il nostro pensiero va ai genitori del Medico condotto di Chiusdino, i quali scegliendo per il figlio il nome Dino si resero colpevoli del sicuro imbarazzo che egli doveva provare pronunciando quel nome di seguito al cognome De Roemer.
Altra testimonianza compromettente per il Costantini fu quella resa da Ottorino Mugnaioli, di anni 23, bracciante di Chiusdino il quale “racconta come fu incaricato dal Costantini di dire al Betti che non fosse andato alle corse di Boccheggiano. Avendogliene dimandata la ragione il Costantini tirò fuori dalla tasca uno stile, e mostrandoglielo soggiunse: - Se ci viene vedi cosa c’è per lui, e se non basta questo spenderò anche 100 o 200 lire per fargli dare una scarica di bastonate -”.
Molti altri sono i testimoni che, chiamati a descrivere la personalità del Costantini, non gli risparmiano giudizi molto negativi. Fra questi il dott. Giuseppe Mariani, medico chirurgo di Montalcinello, il quale “parlando dell’indole aggressiva del Costantini dice come un giorno, essendo egli insieme ad una comitiva della quale faceva parte un certo Pagnini, qualcuno avendo detto al Costantini che il Pagnini era più bello di lui, il Costantini tirò allo stesso Pagnini una bastonata”.
Dello stesso tenore, con qualche variante non significativa, furono le testimonianze rese in udienza da Damarista Fiaschi bracciante, Giacomo Ciaponi pescivendolo, Demetrio Pettorali fabbro, Emilio Petucci agente daziario, Armando Banducci agricoltore e dal Cav. Giuseppe Lenzi Sindaco di Chiusdino.
Clamorosa fu la sentenza. Malgrado le tante deposizioni che indicavano essere stato il Costantini dalla parte del torto, “il Tribunale, udite le parti, condanna Betti Ulisse a giorni 100 di reclusione per le lesioni in danno del Costantini, e dichiara non farsi luogo a procedere contro il Betti stesso, per inesistenza di reato, per la imputazione di minacce”.
Contro questa severissima condanna il Betti ricorse in appello e il Giudice di secondo grado, avendo appurato che nel corso della rissa il Costantini era effettivamente armato di uno stile, emise sentenza di assoluzione.



Tratto da FANTINI BRAVA GENTE di E.Giannelli, M.Picciafuochi, A.Ferrini e O.Papei - Betti Editore, Siena 2014