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Fra le Guardie del Dazio, secondo una regola che vale per i dipendenti pubblici di tutti i tempi, c’erano funzionari scrupolosi e ligi al dovere, ma anche qualcuno disposto a chiudere un occhio. Ce ne dà conferma un episodio accaduto nel 1866 che ebbe per protagonista Partino Minore, il quale “nella mattina del 13 Aprile ultimo perduto introducendo dalla Barriera di S.Lorenzo in Città una botte posta sopra un barroccio e piena di olio di oliva giunto che fu all'uffizio del Dazio Consumo si rifiutò di aderire agli inviti dell'Impiegato Stradiere Pietro Allegri, che esigeva fosse passata quella botte per stagliarla e conoscere la quantità dei litri, esprimendosi di voler andare, come andò ad introdurre quella merce da altra Porta, e che l'avrebbe passata senza misurarla”.
Riuscito nel suo intento, Partino non resisté alla tentazione di gloriarsene con il daziere che si era opposto alla sua pretesa, per cui intorno alle ore 11 di quella stessa mattina, uscì dalla Barriera di S.Lorenzo apostrofando il diligente Pietro Allegri con ingiurie colorite e minacce.
Il giudizio che di Donato Partini espresse il Prefetto di Siena di sicuro non gli faceva onore: “Non gode nel pubblico una buona fama in genere di moralità venendo ritenuto un uomo facile alle brighe al turpiloquio e alla bestemmia”.
Singolare è il primato che Partino Minore vanta come fantino: corse il suo primo Palio a 17 anni e l’ultimo quando di anni ne aveva 58, riportando una sola vittoria, conseguita proprio all’esordio nel Leocorno.
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