CAPITOLO II - FAMIGLIE DEL '900

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BICHI (1886-1891) - (1896-1903); pigionali; Mulinuzzo/Larginanino/Maciallina.
Agostino Bichi, dopo esser stato contadino mezzaiolo per cinque anni al Mulinuzzo dal 1886 al 1891, lascia Quercegrossa e, mentre il fratello Paolo si sposta all’Arginanino fino al 1899, lui, dopo cinque anni di assenza, farà rientro nel 1896 nella nuova pigione di Maciallina, all'età di 36 anni. Lo accompagnavano tre donne: la moglie Caterina Giachetti e le due piccole figlie Gesuina di 7 anni e Vittoria di 1. Partì il 3 marzo 1903.




BODDI (1881-1924); braccianti/logaioli; Macialla/Quercegrossa; da Castellina in Chianti.
Al censimento del 1881 abita a Macialla la famiglia Boddi. Non passano quattro anni che la ritroviamo al n° 5 di Quercegrossa, pigionale nelle case dei Ticci: il 40enne Modesto è iscritto come logaiolo. Certamente è un salariato che va dove trova, ma coltiva anche le terre di proprietà Ticci. Vive con la moglie Maria Borgheresi e i figli Antonio, che morirà il 26 gennaio del 1900 a 23 anni, Giulio del 1886, Emma e Giulia, nata il 30 maggio 1881 e battezzata a Quercegrossa. Una prima Emma gli era morta a Vagliagli nel 1884 in casa di certi Bernini quando era a balia da cinque mesi. Modesto è nato a Castellina da Pietro e Orsola Tognazzi. Del padre Pietro, nato nel 1825, bracciante pure lui, abbiamo la notizia di quando alloggiava presso i Palazzi di Uopini nel 1841, ingaggiato come garzone e zappaterra, e indicato come appartenere al popolo di Fonterutoli. Dopo quasi cinquant'anni, il 21 marzo 1924, Modesto lascerà Quercegrossa, insieme al figlio Giulio e alla nuora Elina Brenci e si sposterà in territorio di Monteriggioni, a Corposanto. E' avvenuto che i Ticci hanno venduto al Castagnini e al Tacconi ed è evidente che per loro non c'è più posto. Resta però la figlia Giulia che si è maritata con Rutilio Rossi e abita nella nuova casetta a due piani costruita dal marito sulla strada principale, a destra dopo le case Ticci. Giulia si era sposata a Quercegrossa con Rutilio il 13 febbraio 1919. La sorella Emma diventerà contadina sposando il 22 gennaio del 1910 Luigi di Giulio Manganelli di Pietralta. Una sorella di Modesto, Angela, sposerà Giuseppe Buti e morirà a Viareggio il 22 giugno 1944. Giulio figlio di Modesto lasciò Quercegrossa senza figli dopo aver subito la perdita del piccolo Antonio, morto alla nascita il 31 luglio del 1914. Questa la breve storia della famiglia Boddi nei cinquant'anni circa di permanenza nella parrocchia di Quercegrossa. Continuerà la storia Anna Rossi, la figlia di Giulia, sarta rinomata a metà Novecento e chiamata da tutti "la Boddina".




BOGI AMBROGIO (1874-1926); mezzadri; Arginano/Arginanino.
Nel 1874, Ambrogio e Alessandro, fratelli di Luigi Bogi di Quetole, da Tabbianello si trasferiscono a Larginano con diciotto familiari e la loro discendenza vi resterà per almeno cinquanta anni e quando partiranno nel 1926 saranno rimasti in due soltanto. Per comprendere appieno l’involuzione di questa famiglia basti pensare che un quarto di secolo prima, nel 1850, la famiglia unita contava, sotto lo stesso tetto, ventinove elementi. Ambrogio muore a Larginano nel 1882 e lascia ai figli che, in numero di cinque, guidati da Emilio, formano ancora nel 1890 una notevole famiglia di sedici elementi, ma i successivi decenni segneranno la quasi totale scomparsa del suo ramo. I fratelli e cognate Bogi, infatti, invecchieranno i quel podere e ci moriranno carichi di anni tra il 1913 e il 1920. 1913: Bogi Bernardino di anni 73; 1915: Bogi Emilio di anni 73; 1916: Bogi Savino di anni 82, celibe; 1917: Bogi Cesare di anni 74; 1918: Bogi Giulio di anni 71; 1918: Sani Rosa di anni 74; 1920: Bruttini Assunta di anni 80 vedova di Bernardino; Laurentini Rosa vedova di Emilio in data sconosciuta. A questi decessi, compreso quello di Roberto di Emilio a 30 anni nel 1903, si aggiunsero i matrimoni delle femmine con Pia che nel 1902 sposa un Braccagni di Uopini e Virginia che sposa un Naldi nel 1908, che uniti alla scarsa fertilità delle coppie di casa Bogi contribuirono a ridurre drasticamente la famiglia, e come conseguenza, nel 1921, la vedova di Giulio, Adele Barbucci, insieme a Luisa Saccardi vedova di Cesare, con i figli Ida, Vittorio e Alfredo si spostò nel più modesto Arginanino. Ida parte nel 1925 sposando Cesare Macinai delle Redi e l'anno successivo, dopo la morte di Alfredo il 20 agosto 1925 a 36 anni, di Luisa Saccardi il 7 gennaio 1926 a 75 anni, e della mamma Adele il 6 marzo 1926, Vittorio abbandona per sempre Quercegrossa.




BOGI LUIGI (1861-1910); mezzadri/casieri; Quetole/Castello; da Basciano.
Luigi Bogi, di famiglia residente fin dai primi dell'Ottocento a Tabbianello di Basciano, nel 1861 lasciati i numerosi parenti entra al podere Quetole del sig. Cerpi. Nato nel 1801, figlio di Giovanni Battista di Giovanni, ha spostato Assunta Bertini e ora entrambi sono sulla sessantina. Hanno con loro cinque figli adulti tra i quali sono coniugati Antonio con Teresa di Antonio Manganelli e Pietro con Maria di Giosafatte Pianigiani, con matrimoni celebrati a Quercegrossa nel 1869. Nel 1872 Pietro lascia Quetole e torna al Castello presso i Cerpi dove il 31 dicembre 1875 perderà la moglie Maria che due giorni prima aveva partorito Angiolina, battezzata e morta. La sua permanenza come casiere al Castello termina il 26 agosto 1911 e parte per Siena dopo aver sistemate le figlie Giuseppa nel 1900, Elvira nel 1905 con un Pannini della Casanuova, Isolina nel 1906 con un Bartalozzi possidente a Fontebecci, Caterina nel 1910 con Arturo di Pasquale Buti, e dopo aver perso anche la seconda moglie Annunziata Ceccherini morta nel 1905. Intanto, rimasto a Quetole con gli altri, Luigi vi muore il 21 agosto del 1876 causando la partenza dei figli che per alcuni anni lasciano il popolo. Antonio ricompare a Poggiobenichi nel 1891 con una numerosa famiglia che comprende anche il fratello Serafino, dopo aver dimorato al podere Casetta di Lornano. Vi resteranno fino al 1895, quando lasceranno per sempre Quercegrossa. L'ultima Bogi a lasciare il popolo fu Caterina, figlia di Pietro e moglie di Arturo Buti, morta a Quercegrossa a 80 anni nel 1969.




BONELLI (1939-1954); mugnai; Mulino; da Siena.
Erano mugnai da tempo in quel di Serravalle a Buonconvento, per questo vennero a Quercia e rilevarono il mulino dai Masti.
Vittorio Bonelli e la moglie Ida Massari. Il loro arrivo è datato alla fine del 1939 con Vittorio e la moglie mentre Lando e Bonello sono registrati nel 1941, tutti provenienti da Siena. Si stabilirono nell'abitazione che era stata del Marri, a destra del Mulino. La presenza in casa loro dello studente universitario Giuseppe Nicolich, Pino per tutti, e il suo successivo matrimonio con Rita, le nozze di Lando con la figlia di Damino Losi, Duilia, completarono un quadro di vivace presenza nel paese nei pochi anni della loro permanenza. L'operosità di Vittorio al mulino termina presto perché l'11 marzo 1944 improvvisamente muore. Era già vedovo di Ida Massari che aveva finito di soffrire per la lunga malattia il 27 gennaio 1942. Entrambi furono tumulati in Valli a Siena. Poco prima della dipartita di Vittorio era stato celebrato a Quercegrossa il matrimonio di Pino e Rita. L'8 novembre 1943, i due giovani 22enni si dicono di si e col matrimonio vanno ad abitare in casa Mori, all'ultimo piano della villa dove certamente Pino già risiede da tempo, dopo essere stato per alcuni anni ospite degli stessi Bonelli al Mulino. Lando, nonostante il lutto per la morte del babbo, si unì in matrimonio con Duilia Losi il 5 giugno 1944. Non erano trascorsi tre mesi dalla morte di Vittorio, ma la presenza di una donna in casa e un aiuto nel mulino erano diventati indispensabili. Quando nel maggio si presentò in parrocchia per fare i fogli, don Luigi gli chiese: "Ma proprio Lando ti chiami?". Se Lando faceva il mugnaio, l'altro fratello Bonello... "Bonello non ci stava mai ... non si sa che faceva. Tornava ... portava sette/otto persone a mangiare". Così lo ricorda Duilia in quegli anni. Praticamente rimasti soli Lando e la moglie cessano nel 1954 di macinar grano e, riconsegnato il mulino ai Masti, partono per Siena. Aprono un’attività commerciale mettendo su una polleria in via della Sapienza. Nel 1964 alla stessa età che aveva il babbo, 52 anni, anche Lando morì lasciando Duilia a trascorrere sola la sua lunga vecchiaia, terminata nel 2006.
Nella foto:Vittorio Bonelli e la moglie Ida Massari.

I fratelli Bonelli alla gora del Mulino. Da sinistra: Lando, Bonello, Rita e Ciro.




BORGHERESI (1930-1942); braccianti; Leccino; da Fonterutoli.
Borgheresi Lorenzo fu Serafino detto "Baco" venne da Fonterutoli. Abitava fin dal 1930 circa la pigione del Leccino di proprietà Brunetto Rossi. Bracciante dove trovava, ma spesso lavorava a Passeggeri. Viveva da solo, ma mise fine alla sua solitudine all'età di 51 anni quando si sposò l'8 ottobre del 1932 con Nella dei Forni del Casino, vedova da circa dieci anni. Rimase ben poco tempo a Quercegrossa. Alla morte di Nella al Sanatorio di Siena nel 1942/43, nuovamente solo, si trasferì a Lornano.




BORGIANNI GAETANO (1895-1927); mezzadri; Poggiobenichi/Macialla; da Cellole in Pontignano.
Presenti a Poggiobenichi dal 3 marzo 1895 fino al 3 marzo 1898, si spostano in quella data a Macialla Londa. Probabilmente venivano dal podere S. Lazzaro di Cellole in Pontignano dove abitavano nel 1883 sotto il capoccio Gaetano del fu Francesco e della fu Maddalena Brogi, sposato a Maria Rugi. Nel 1897 Gaetano lasciò questo mondo e nello spazio di due anni anche il figlio Santi di 36 anni e il fratello 60enne Cipriano lo seguirono. A Gaetano successe come capoccio il figlio Giulio, a sua volta padre di Cesare, Luigi (morto a 13 anni nel 1903) e Giuseppe avuti da Giulia Andreini di Innocenzo, sposata a Cellole e morta a Macialla il 31 marzo 1919. Giuseppe prese in moglie Pia Bari delle Gallozzole a Quercegrossa il 9 ottobre 1920 e Cesare sposò Emilia Marzucchi che nel 1920 gli partorì Annita. Poche altre memorie si sono conservate di questa famiglia di contadini nella sua trentennale permanenza a Quercegrossa. Si allontanarono il 3 marzo 1927 da Macialla e lasciarono il posto ai Carusi.




BORGIANNI SEVERINO (1941-1942); casieri; Castello.
Sembra che non ci sia nessuna parentela con le famiglie Borgianni che hanno vissuto a più riprese a Quercegrossa nei secoli passati. Severino Borgianni, con tre donne, la mamma Assunta, la moglie Lida e la figlia Franca, ebbe appena il tempo di prendere casa che già un anno dopo, nel 1942, abbandonò il Castello, dove forse fungeva da casiere, per dirigersi verso Castellina in Chianti.




BOSCHI (1891 - 1905/06); mezzadri; Mulinuzzo/Castellare; da Radda?
L'ultimo notizia di questa famiglia di mezzadri è la morte della piccola Alessandra al podere del Castellare, risalente al 24 febbraio 1905. Pochi giorni dopo si deve essere trasferita per far posto ai Cellesi. Ma quando entrarono nel nostro popolo il 22 febbraio 1891 andarono a occupare il Mulinuzzo e da lì, dopo un decennio preciso, si spostarono al Castellare. La famiglia che fece entratura al Mulinuzzo era formata da dieci persone divise in tre nuclei: Sabatino del fu Alessandro, il capoccio, nato a Radda, di 33 anni, con la moglie Filomena Burrini di 28 e i figli Vittoria di 7 e Vittorio di 4; il fratello Valentino di 31 anni, con la moglie Assunta Rossolini e due figli; il terzo fratello Giuseppe di 25 anni, celibe e uscito di casa nell'anno seguente, probabilmente sposato. Era presente anche l'anziana madre M. Anna Marchetti, vedova di Alessandro, in età di 60 anni. Alcune nascite e susseguenti decessi è quanto venne riportato nei registri, oltre all'entrata in casa Boschi, nel 1895, del garzone diciottenne Stefano Borri. Provenivano forse da Radda ed è sconosciuta la loro successiva sede.




BRANCONI (1915/20 - 1926); mezzadri; Olmicino.
Contadini all'Olmicino nel secondo podere detto S. Elena, vi risultano residenti nel 1921. Partirono per Gaiole nel marzo 1926 il capoccio Eugenio di Giulio, la moglie Armida Conti, la figlia Lina nata il 26 febbraio 1922 e battezzata a Vagliagli, e due maschi.




BRAVI (1904/05 - 1920 ca.); mezzadri; Poggiobenichi.
Tra gli anni 1910 e 1911 abbiamo notizie della famiglia Bravi residente a Poggiobenichi della quale conosciamo solo il nome del capoccio Luigi e della di lui figlia Giuseppa, trasferita a Monastero dopo il suo matrimonio con Giuseppe Cappannoli di quel podere, celebrato il 18 febbraio 1911. Dai registri della compagnia ricaviamo che Luigi paga la quota fino al 1924 dopodichè è segnato “defunto”. Rimane incerta la data della loro partenza da Poggiobenichi, ma si deve considerare che nel 1921 risultano abitarvi i Simoncini, probabilmente entrati in quello stesso anno, e per la data del loro arrivo sappiamo che gli Andreini lo lasciarono nel 1904. Nel 1910 vi muore Serafino del fu Angelo e della fu Caterina Mori, probabilmente padre di Luigi.




BRENCI (1902 - 1912/15); mezzadri; Castagnoli.
Nel marzo 1902 i Brenci vanno ad occupare il podere di Castagnoli lasciato dai Mugnaini. Nel 1911 il capoccio Bernardo risulta abitarvi ancora, ma ignota è la loro data di partenza, forse intorno al 1915. Il 12 ottobre 1902 vi era deceduto all'età di 86 anni il vecchio Pietro figlio del fu Bernardino e un mese dopo il piccolo Adolfo di Bernardo e di Francesca Francioni. I dati posteriori ci parlano di matrimoni delle figlie di Bernardo con due fratelli Borgheresi di Basciano e cioè di Elvira con Emilio nell'ottobre 1907 ed Ersilia con Celso nel 1910.





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