
LA NOSTRA NEMICA E' L'OCA
Il 2° volume del libro "Con la rivale in campo", pubblicato nel 2002 riportava questo racconto di Roberto Barbagli e Patrizio Pugliese.
Era il Palio d'agosto del 1972, io ed altri due s'era sotto la Cappella.
Il boato della piazza era inconfondibile: "E' Oca, è Oca".
Per due giri e mezzo fu un vero incubo, il sangue che gelava…
Poi ad un tratto un altro boato, l'Oca era caduta al terzo San Martino, Aceto su Rosella in terra quando già avevano il Palio in tasca.
Vinse l'Onda e tutta la Torre esultò: "E' Ondone, è Ondone"…
Applausi e grida di gioia per lo Zedde ed Orbello.
La sera entrammo in piazza ed organizzammo una processione, tutti con i ceri e con i sacchi dell'immondizia usati come sai da frati…
Nel punto in cui cascò l'Oca ci si inginocchiò tutti e la festa fu anche la nostra, visto che l'Onda la sera non entrò in piazza col Palio appena vinto.
Per noi la cosa più importante fu la sconfitta dell'Oca, la vittoria dell'Onda fu salutata come quella di qualsiasi altra consorella.
Quando l'Onda vinse il Palio del 2 luglio 1980 la cosa non ci toccò minimamente, anzi la nostra indifferenza nei loro confronti forse raggiunse il livello più alto di sempre.
La cosa dovette bruciare non poco agli ondaioli che nel Palio successivo risposero con la "marasmata"…
Alla mossa il loro fantino, Marasma, non ci mollò un attimo, partimmo male perdendo subito le nostre possibilità di vittoria.
Quello che seguì lo sanno tutti, ma sarebbe accaduto con qualunque altra contrada che si fosse comportata con noi in quel modo.
In fondo anche quando rivinsero con Cianchino e Benito nel 1985, noi a mezzanotte s'era alla nostra fontanina a cantargli "sona sona campanina…"
Tutto questo per dimostrare l'inutilità di cantare rivolgendosi a noi.
Tanto noi non si pativa affatto per la loro vittoria.
La nostra rivale è l'Oca, per noi quelli dell'Onda sono dei vicini molesti e nulla più…
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