
L'ODORE DELLA VITTORIA
Tratto dal Numero Unico "Abracadabra" edito dalla Nobile Contrada del Nicchio in occasione della vittoria del 16 agosto 1981
L'odore della vittoria era a portata di mano, ormai; l'odore, ma non la vittoria.
Cominciò Saputello con Bastiano in groppa a farci sognare per un attimo infinitamente breve.
Urbino è Urbino e Cianchino fu il suo profeta: qualche metro in testa e poi via, dietro, a tallonare inutilmente il primo, senza riacciuffarlo mai nel suo veloce galoppo.
Fu una sera, ormai fatta notte, dell'agosto del '78.
Secondi: di poco, ma secondi.
E viene Utrillo e viene Canapino, un palio dopo.
E' il nostro palio, quello che non ci può levare nessuno, da vincere di potenza com'è nostro costume.
E' dalla nostra anche la cabala: un Canapino cinquant'anni fa, un Canapino oggi.
E' fatta !
E cabala e scaramanzia si dileguano in un trapestio affannoso, in un'inutile rincorsa agli ultimi istanti, mentre il Casato fa giustizia sommaria dei sogni di molti ed un'altra va a vincere.
Ancora secondi, una bella soddisfazione. Peccato che il palio non sia una corsa di Formula Uno.
Non dura che alcuni attimi, poi, il sogno di Putnik, cavallo ballerino; una breve falcata a ridosso del primo e dopo scompare inghiottito dai più forti.
Puoi sognare un breve istante, nessuno ti ruberà il tuo sogno, ma non ti azzardare a sognare troppo perché ti sveglieranno subito.
Li hai rivisti quegli anni, una sera diversa?
Il passato ha grandi ali che ti inghiottono il ricordo, che cancellano ed annullano un'attesa di secoli in una manciata di minuti.
Erano li, con il volo di Balente eppure dopo un attimo non c'erano più.
Scordati dimenticati.
Arlem, Putnik, Utrillo…
Te li ricordi?
Appena.
Svaniti nel fumo di una storia cancellata, mentre il plenilunio di agosto ammiccava ad un'altra luna dipinta e sbavava appena sul fruscio della nostra bandiera a vittoria.
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