
LA STORIA DELLA CONTRADA
Tratto dal supplemento "Speciale Palio di Siena" de "La Nazione" del 15 agosto 2004
Ai primi
del Cinquecento si
hanno già testimonianze dell’esistenza della
Contrada del Nicchio:
un inedito poema popolare in ottave, scritto da un anonimo
fiorentino, descrive la festa per l’Assunta che
si tenne a Siena nel
1506: «Drieto a chostoro seguitano Etiopi/
ch’eran più neri che
carbone spenti,/nera
la lor liviera convien
copi/e pieni d’oro con
degno ornamenti/e
non parevan di tel oro
inopi/che gl’ànno dele
gioie conpimento/e
targhe avìen con più
d’uno spichio/e van
gridando “viva Nichio, Nichio, Nichio”./El capo caccia
lor si chiama Antonio/
di Lodovico di Mucco
gentile/e ben che nero
sia più che ‘l dimonio/
era d’ingegno e d’animo verile,/in ogni sua
faccenda assai idonio,/buona presentia
magna e signorile/e la
bandiera fiera in campo rosso/un nicchio
biancho dal suo pesce
scosso».
Per quanto riguarda il
territorio, le notizie sono molto più lontane
nel tempo: risalgono a
quando, intorno alla fine del XII secolo, il
Comune di Siena decide di progettare un
nuovo ampliamento
della cinta muraria, necessario per inglobare
nel recinto della civitas i borghi che si erano venuti formando al
di fuori della stessa, soprattutto verso sud ed
est. Il quartiere dei Pispini, o meglio quello
che sarebbe diventato
tale, ancora non esiste: le mura, in parte
già edificate ai primi
del Duecento, si fermano, infatti, alla porta di San Maurizio.
Impossibile stabilire
come si presentasse
all’epoca il rione, anche se una vaga idea
l’offre un poco noto
documento risalente
al 1222: in esso vengono fissati i termini, ossia i confini, del Terzo
di San Martino, ed ovviamente alcuni di
questi riguardano il
territorio dell’Abbadia
Nuova.
In coincidenza con
l’inarrestabile boom
demografico che caratterizza Siena tra fine
Duecento ed inizio
Trecento, il borgo
dell’Abbadia Nuova,
come tutti gli altri sorti fuori le mura, vede
rapidamente crescere
i suoi abitanti, tanto
che nel terzo decennio
del XIV secolo è definitivamente assorbito
dentro la città, grazie
alla costruzione della
cerchia muraria ancora oggi esistente; in
particolare s’edifica la
monumentale porta Pispini.
Il quartiere assume la
conformazione odierna solo con la costruzione della fontana
dei Pispini, avvenuta
entro la prima metà
del 16esimo secolo.
Per il resto il borgo
dei Pispini presenta
una fisionomia sostanzialmente conforme a
quella assunta tra XIV
e metà XVI secolo.
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