
ACCADDE IN CONTRADA
Testi tratti da una pagina del sito www.contradadellalupa.it.
Ore 21 del 4 maggio 1945. La campana maggiore chiama a raccolta il popolo della Contrada dopo un lungo periodo di silenzio. L'ultima assemblea si era tenuta il 26 giugno 1939. Era finita da poco una grande tragedia; macerie, distruzioni, lutti, fame e tanta paura. La gente si risvegliava da un incubo e la vita riprendeva con lentezza. Per i giovani d'oggi tutto ciò è storia, ma chi l'ha vissuto sulla propria pelle, quel periodo ha lasciato un segno tale che anche dopo cinquant'anni il ricordo dà un brivido. Si avvicinava il giorno fatidico del 29 giugno e i senesi vibravano nell'attesa di rivedere i cavalli in Piazza dopo sei lunghi anni di digiuno. E che digiuno! Riprendeva anche la vita contradaiola. Si preparavano le monture e le bandiere, i tamburi facevano nuovamente sentire il loro armonioso rullìo. Per chi, come noi, allora aveva vent'anni, tutto ciò riempiva l'animo di gioia, ma intorno c'era anche tanta tristezza; molti non erano ancora tornati e alcuni non sarebbero tornati più. Comunque la vita proseguiva. Si riaprivano le stanze della Contrada, ed alla sera, dopo cena, noi giovani eravamo chiamati ad imparare l'inno scritto da Ezio Felici e musicato da Leonida Botarelli il quale cercava di insegnarcelo con scarso successo, dato il nostro modesto impegno, anche perché senza musica ci risultava difficile e venivamo spesso, benevolmente, richiamati dal Priore Mazzeschi che assisteva con l'occhiale penzoloni all'orecchio. Il 29 Mughetto non fu accolto con molto entusiasmo, tanto che anche Tripolino sembra avesse declinato l'incarico di correre nella Lupa. La prova della sera fiaccò ancora di più gli entusiasmi.
All'assemblea - a quei tempi usava riunire il popolo dopo la prima prova - c'erano tanti musi lunghi e mugugni. Prima di entrare nel vivo, la cosa venne presa alla larga; lettura del risultato delle elezioni tenutesi il 27 maggio, nomina dei revisori dei conti e nomina degli incarichi per la festa titolare. Dal verbale risulta che furono eletti a "ricevitori della Signoria" Angelo Pianigiani, Roberto Barluzzi, Giorgio Brizzolari e Fabio Rovai. Poi venne affrontata la questione delle dimissioni del Capitano Guido Bargagli Petrucci, rassegnate il 25 giugno, "in seguito ad accuse di natura politica mossegli in un recente pubblico comizio". Come si vede la situazione non era delle più tranquille, la sera del 29 giugno, con il cavallo nella stalla e senza fantino! Venne proposto il dott.Giulio Cinquini aitante capitano dei bersaglieri, eletto seduta stante per acclamazione. Il verbale registra animate discussioni, segnalando il Turchini, Gano, Mario Celli, Chiantini ed altri. Alla fine il dott. Mazzeschi "riassumendo la discussione assicura l'assemblea che la Lupa farà tutto il possibile per gareggiare degnamente". Quasi al termine della riunione il prof. Mario Bracci propose di far correre alla prova della mattina successiva un suo dipendente, certo Renzo Provvedi. La proposta fu accolta dal Capitano e dai presenti "all'unanimita"! Passava il tempo e piano piano l'entusiasmo cresceva; il cavallo diventava sempre migliore ed il fantino anche. (Era la prima volta che correva in Piazza!) Gano nella stalla era sempre più lezzo. Noi ragazzi sedevamo negli scalini del sagrato ascoltando dal sordo Vanni e da Pecetta storie di Palii passati. La sera della terza prova, mentre eravamo intenti all'ascolto, fui chiamato nelle stanze della Contrada ed il Priore, alla presenza del Capitano e dei Mangini, mi consegnò una busta chiusa con il preciso incarico di recapitarla al Comanducci, gestore del bar all'angolo di Piazza Tolomei, dove attualmente c'e il negozio Sisley. Seguì la raccomandazione di tenere la bocca chiusa e di non perdere il plico. L'incarico mi riempì di orgoglio e, fra l'invidia degli altri ragazzi, feci di corsa Vallerozzi per assolvere al delicato compito.
La sera successiva potei partecipare, fra i pochi contradaioli che vi presero parte, alla cena della prova generale grazie alla generosità del mio futuro suocero Nanni Pianigiani. Pensate che la cena si tenne con quelli della Contrada del Drago al ristorante "Il Biondo". Giungemmo al giorno del Palio, alla vestizione, facevo parte del "popolo". Sfilammo per le vie della città fino alla Prefettura con compostezza e sussiego, orgogliosi della montura che indossavamo. In via di Città si affiancò a Mughetto un soldato americano che propose a Gano la vendita del cavallo. Gano con la solita innata gentilezza e con molto garbo gli rispose che non era assolutamente il caso si trattenesse oltre nei paraggi! Poi la Piazza colma di gente, il corteo storico, la corsa. Dal palco delle comparse, al terzo giro, vedemmo la Lupa entrare al largo a S.Martino accoppiata con la Giraffa. La traiettoria e la velocità erano giuste per sbattere nei materassi. La Cappella ci nascose un tratto di pista e ciò che in quel momento accadeva. Fu un attimo. La Lupa era passata miracolosamente e vinse. Festa grande. Domenica 29 luglio tutti in gita a Pontignano con Palio, bandiere e tamburi. E tante sbornie. A settembre la cena della Vittoria in Vallerozzi. Ma questo appartiene alla storia del Palio. Per il resto chi c'era, c'era. E chi non c'era peccato! Sarà per un'altra volta.
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