
GUARDATE LA GIRAFFA
Tratto da "Per forza e per amore" Numero Unico edito dall'Imperiale Contrada della Giraffa in occasione della vittoria del 16 agosto 1983
Non so, ora che gran parte della popolazione cittadina sta fuori le mura - e fece bene il nostro Priore a sottolineare la necessità di creare nuove occasioni di abitazione anche nel nostro rione - in che modo si stabilisca il forte legame dell'appartenenza contradaiola.
Il fatto è che oggi le contrade, ed anche la Giraffa con il suo esclusivismo e le sue particolarità che la differenziano dalle altre, appaiono più numerose, forti, partecipate se vogliamo usare un termine in voga, di qualche decennio fa.
Eppure, ne sono sempre più fortemente convinto, come la nascita dentro le mura, nel territorio indicato più di 250 anni fa da Violante di Baviera per ciascun rione, riesce a spiegare la continuità e, se si vuole, il mistero del Palio.
Essere nato in Via del Giglio, come a me capitò, in Via dei Rossi, in Via Sallustio Bandini (naturalmente dalla parte della Giraffa), in Provenzano o nei Baroncelli, o nel Vicolo della Viola, rappresentava, penso, e rappresenta ancora un segno di appartenenza indissolubile.
C'erano ancora le risse, i primi screzi col Bruco, le fortune e le sfortune, come quando nel 1945 si arrivò due volte secondi, prima dietro la Lupa e poi dietro la Civetta.
C'era meno benessere e più capacità di contentarsi delle piccole cose; il Palio non ancora vivisezionato dalle televisioni, era un avvenimento mitico e misterioso.
So che qualcuno più maturo, ricordandosi quei tempi, usa correre in Fortezza per illudersi di stare lontano dalle insopportabili vicende dell'attesa.
Non so se c'è oggi chi, come ai miei tempi, si nasconde negli armadi della società o chi, come Alfio Corsi, favoloso alfiere di piazza - il suo salto del fiocco e la sua alzata non mi sembra di averle viste più - se ne scappava via dal Campo, subito dopo il Corteo Storico.
Una cosa, però, sono sicuro che non ci sia più (anche perché la piazza San Francesco è stata radicalmente trasformata, purtroppo in peggio): l'ascolto, nell'orto del Vanni, durante la corsa, attraverso il telefono senza fili del rumore degli zoccoli dei cavalli della contrada scappata prima, di quelle che lottavano, della vincitrice.
Comprendete la mia profonda emozione a ripercorrere dopo la vittoria del 16 agosto quelle strade nelle quali avevo sentito, il 16 agosto 1946, un ragazzo che gridava, nel silenzio e nel vuoto di auto (non ce n'erano molte allora) e dei passanti: "E' Giraffa !!!".
Trentasette anni fa, quando padre Luciano Farnetani benedisse Piero ed il Gentili, si cantava con intonazione meno competitiva e sbrigativa di quella odierna: "Guardate la Giraffa, guardate sempre quella, di Siena è la più bella."
Non l'ho sentita più, ma ora, dopo il 16 agosto 1983, questo canto mi sembra sempre più vero.
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