
LA STORIA DELLA CONTRADA
Tratto dal supplemento "Speciale Palio di Siena" de "La Nazione" del 15 agosto 2004
Il borgo
d’Ovile, cinto da mura verso la metà del
XIII secolo, si sviluppò verso nord-est lungo lo scosceso pendio
che dal poggio di San
Donato scende verso
la Porta e la Fonte, dette, appunto, d’Ovile.
Il Comune di Siena
provvide a scindere il
territorio della parrocchia, intitolata a San
Pietro, in due distinte
circoscrizioni amministrative, ovvero i «populi» di San Pietro a
Ovile di sopra e di sotto. Questa divisione
dette vita anche a due
distinte Contrade:
quella della Giraffa e
quella del Bruco.
Ne parla già Donato
di Neri, nella sua antica «Cronaca», siamo
nel 1370: «La compagnia del Bruco si scuperse in Siena a dì
d’agosto, ed era nella
contrada d’Uvile, ed
erano congiurati circa
trecento e più, ed erane
capo Domenico di lano ligrittiere...».
La Contrada del Bruco si fregia del titolo
«Nobile» per le benemerenze acquisite
in difesa degli ideali
popolari che ispirarono l’antica Repubblica
di Siena. Un bruco coronato appare, infatti,
in una tabella di possesso in marmo, murata nella facciata di una
casa in via del Comune nel 1685.
La capacità organizzativa e la vitalità dei
brucaioli sono testimoniate non solo dalla loro frequente
partecipazione a cacce e a giostre nel corso del XVI
secolo, ma anche dal
ruolo primario giocato dai popolani del rione d’Ovile - per lo più
battilana - nel promuovere feste, che poi si
concludevano con un palio, magari corso con i somari.
Già dal 1542 la contrada aveva un suo Statuto che ne regola
l'attività, e teneva le sue
adunanze nella chiesa
di San Biagio nel piano d’Ovile, demolita
alla fine del XVIII secolo. Dopo aver vinto
vari premi fra il 1685
e il 1791 per lo splendore delle sue Comparse e per la genialità
delle sue invenzioni,
nel 1804 il Bruco, in
occasione del corteo
che precedeva il Palio
corso per onorare la regina d’Etruria Maria
Luisa, sfilò nella piazza del Campo con un
gruppo che rappresentava l’Agricoltura,
composto dalla dea
Cerere vestita di giallo e verde, seguita da
pastori che cantavano
e suonavano zampogne.
Da una vecchia Società dell’Alba, nata ai
primi del secolo con
scopi educativi, ricreativi e di mutuo soccorso, ha preso l’avvio
l’attuale Società del
Bruco, creata nel
1959 e grande promotrice di manifestiazioni
teatrali, sportive e gastronomiche.
Nel 1989 la società ha ripreso l'antico nome
«l'Alba».
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