Quercegrossa (Ricordi e memorie)

CAPITOLO VII - STORIA CIVICA

Indice Storia civica
Indice dei Capitoli




La tassa di famiglia
Istituita nel 1815, la tassa di famiglia sostituiva una precedente gabella delle farine. Era un’imposta alla quale erano soggetti tutti i capofamiglia aventi un reddito, compresi i possidenti e i parroci. Ogni comunità doveva ricavare da questa tassa il cosiddetto “contingente d’imposta”, ossia una certa somma stabilita dal governo e ripartita fra determinate classi di reddito nelle quali vennero suddivisi i contribuenti residenti. Il cancelliere comunitativo compilava i dazzaioli, ossia i registri dell’entrate, e il camarlingo provvedeva alla riscossione delle quote. La tassa rimase in vigore anche dopo l’unità d’Italia fino al 1864.
La tassa di famiglia era al tempo stesso governativa e comunale, come vediamo dai registri di Castelnuovo Berardenga, nei quali nell’anno 1819 il “Contingente” dovuto al Real Governo assommava a lire 4.500 più un aumento del 10% a favore della Comunità per lire 450. Totale da pagarsi dai contribuenti lire 4.950. Somma che rimase invariata almeno fino al 1849.
Analizzando i dazzaioli di Castelnuovo Berardenga si ricavano tutte quelle cifre relative alla tassa, per la quale svolgevano un ruolo importante i parroci che fornivano le liste annuali delle famiglie soggette alla stessa e dalla quale erano esclusi i poveri. Gli importi fissati per ogni classe variavano dalle 26 lire per la prima alle 2 lire per l’ultima, e negli anni successivi andò diminuendo come si nota nello schema seguente, al quale fa seguito l’elenco completo dei contribuenti per la parrocchia di Quercegrossa e quella di Basciano nell’anno 1819:



Un’altra tassa della restaurazione fu detta “Prediale” ed era a carico dei possidenti e anche questa ne sostituiva una precedente detta “Tassa dei Possidenti” o tassa di Redenzione.


Inizio pagina

Vai al capitolo seguente Prime amministrative

Vai all'Indice dei Capitoli