Quercegrossa (Ricordi e memorie)
CAPITOLO II - FAMIGLIE DEL '900


Indice dei Capitoli

Indice Famiglie del '900


MARZOCCHINI (1905 - ?); fattori; Petroio.
Dal 1 febbraio 1905 il fattore o casiere Giuseppe Marzocchini prese dimora a Petroio e vi rimase per un periodo sconosciuto. Nato a Barberino Val d’Elsa 27 anni prima arrivò da solo a Petroio.




MASIERO (1940-1968); mezzadri/operai;
Castellare/Petroio/Bellavista/Quercegrossa.

"Giangio" cioè Arcangelo Masiero di Carlo, classe 1899, fece il suo ingresso a Quercegrossa nel 1940 andando a occupare il podere della fattoria del Castellare lasciato libero dai Riccucci. Era nato a Salzano, Comune in provincia di Venezia, nel 1899 ed era emigrato in Toscana nel 1927/28 come ci conferma il battesimo del suo primo nato nella nostra regione, Elio, battezzato a Chiusure, mentre il precedente figlio Saelmino (Mino) era nato a S. Anna di Chioggia nell'anno 1926.
Se tutti i componenti erano nati nella provincia di Venezia, il nonno Carlo era di Treviso dove era nato nel 1872, ed era stato lui probabilmente a iniziare quella serie di spostamenti che lo porteranno a Quercegrossa Una famiglia di emigranti quindi, che manteneva anche al Castellare una condizione di estrema miserabilità, come viene ricordato. Prima di giungere a Quercegrossa risulta una loro permanenza anche alle Serre di Rapolano. Giangio era sposato con Elisa Barato (matrimonio nel 1922 nel santuario di Robbegano) ed era padre di sei figli tra cui Alessandro (1926) detto “Sandro”, il cui vero nome di battesimo era “Sandri”, i cui figli saranno gli ultimi Masiero a lasciare Quercegrossa negli anni Sessanta per inurbarsi a Siena.
Passati dodici anni al Castellare, tutta la famiglia trasloca di nuovo migrando a Castellina in Chianti. Sandro frattanto si era sposato con Ada Guideri e nel 1948 era nata Graziella, sempre al Castellare, alla quale seguirà nel 1952 Giancarlo a Castellina in Chianti. Da Castellina a Radda, ed è qui che i Masiero si dividono. Sandro si separa dai genitori e dai fratelli e fa tappa a Vagliagli per rientrare da lì nel popolo di Quercegrossa a Petroio nel 1960, nel podere che era stato dei Lusini. Il resto della famiglia condotta da Arcangelo segue un itinerario simile: da Radda al podere Macie di Vagliagli poi a Faule e infine a Bellavista di Passeggeri per un breve periodo prima che i resti della famiglia si spostassero a Siena. A Petroio, Sandro sembra che abbia un contratto di mezzadria per i primi tempi, ma dopo poco si trasforma in operaio avventizio prestando opera anche per altre fattorie come il Casalino. La sua nuova condizione di operaio lo porta a trasferirsi in paese a Quercegrossa, nell'abitazione che fu del Losi Angiolino, nel Palazzaccio. Altri quattro anni e, nel 1968, parte definitivamente per Siena mettendo fine alla trentennale presenza dei Masiero sul territorio di Quercegrossa.




MASSAI (1957 - ? ); mezzadri; Belvedere.
Nessuna notizia della famiglia Massai tornata a Belvedere nel 1957 in sostituzione dei Guiggiani. “Massai 9” è la scarna annotazione di don Ottorino sul registro dello Stato delle anime.




MASTI ANGIOLO (1936 - d. f.); mezzadri; Casagrande di Petroio; da Panzano.
Proveniente da Panzano la numerosa famiglia dei Masti entrò nel 1935 al podere Casagrande di Petroio. Il capoccio Angiolo, nato il 25 febbraio 1889 da Giovanni Battista, conduceva quindici persone e il nucleo principale della famiglia era rappresentato da sua moglie Erminia Vanni sposata a Montagliari e dai figli Giulia (1916), Dante del 2 giugno 1920 nato nella parrocchia di Monterinaldi di Radda, si ricorda in casa della mamma, Anna del 26 luglio 1922, Bruna (1923), Rita (1928) e Dina (1930). Tutti battezzati a Panzano con un solo maschio al quale si aggiungerà Mario nato a Casagrande il 18 aprile 1938. Completano la famiglia Masti il fratello del capoccio, Sestilio e sua moglie Sestilia Crini, l'anziano padre Giovanni Battista detto “Giobatta” nato nel 1859 figlio del fu Antonio e della Annunziata Soderi e sua moglie Maria Bonechi, lo zio Giovanni del 1855 con la moglie Vittoria Bencini e l'altro zio Luigi (1866) celibe. Il decennio successivo al loro arrivo a Quercegrossa segnò la fine inevitabile della parte anziana della famiglia i cui componenti avevano raggiunto tutti una invidiabile età. Incominciò subito Giovanni nel 1936 in età di 81 anni e a lui seguì la sua vedova Vittoria nel 1940 in età di 80 anni. Anche Maria Bonechi morì in quell'anno all'età di 84 anni mentre il marito Giobatta la raggiunse nel 1944 a 85 anni. Chiuse la serie l'80enne Luigi l'8 febbraio 1946. A queste ottuagenarie morti fece eccezione Erminia Vanni la moglie di Angiolo deceduta 51enne il 18 maggio 1945. L'anno 1946 ci presenta una famiglia ancora in forze dove prevale l'elemento femminile con le quattro sorelle che si avviano all'età da marito mentre la maggiore Giulia si era già sistemata ritornando a Panzano in casa di Pietro Martelli sposato nel 1937. Dal 1949 al 1952 le tre figlie di Angiolo lasceranno la casa paterna e poi nel 1954, il 21 aprile, sarà Dante a sposare Lina dei Fanti di Quercegrossa, dipendente della Cooperativa. Le sorelle Anna e Rita scelsero di fare una sola cerimonia e si presentarono a don Luigi Grandi nella chiesa di Quercegrossa il 23 aprile 1949, alle ore 9,30, per sposare rispettivamente Aldo Riversi di Quercegrossa e Mario Lusini di Vagliagli. Bruna, invece, attese il 4 marzo 1952 per sposare a 26 anni Terzilio Bugnoli del popolo di Basciano. Al termine di tutti questi avvenimenti, nell'anno 1955 la famiglia Masti abbandonò Casagrande e prese la strada che la portò alle Racole dove Angiolo e Sestilio rimasero un paio di anni. A Casagrande entrarono i Morini. Dante, amministratore delle Cooperative, lasciò la famiglia e prese la residenza a Castellina Scalo.




MASTI PIERO (1805 - Residenti); mezzadri/mugnai;
Casanuova/Mulino/Quercegrossa.

Il 16 febbraio 1838 moriva alla Casanuova il contadino mezzaiolo Francesco Masti in età di 85 anni. Figlio del fu Michele e della fu Caterina Minghi aveva avuto due mogli entrambe defunte: Angela Marchetti madre di Luigi e Pietro, morta fra il 1789 e il 1795 e Caterina Mazzini. Quest'ultima morì alla Casanuova qualche anno prima di lui. Nato intorno al 1757 Francesco era entrato con la sua seconda moglie e con i cinque figli maschi e una femmina al podere Casanuova nei primi anni dell'Ottocento, senz'altro nel 1805 come si ricava da una nota più tarda, e la prima registrazione dove viene nominato risale al 1806. Di provenienza ignota giunsero probabilmente dal Chianti fiorentino perché nel 1767 nella diocesi senese non risulta presente nessuna famiglia Masti.
I suoi discendenti furono fecondissimi e riempirono i registri parrocchiali di numerosi eventi ed ancor oggi i pronipoti Alberto e Marco Masti risiedono in Quercegrossa vantando il titolo di famiglia più vecchia del paese. Ai circa trenta matrimoni celebrati dalle loro giovani nella chiesa di Quercegrossa in 150 anni si devono aggiungere quelli dei giovani celebrati fuori parrocchia e tutto ciò portò i Masti ad imparentarsi con una moltitudine di famiglie. Nella loro lunga storia circa cinquanta furono i morti seppelliti nei cimiteri parrocchiali. I nati in famiglia Masti venivano battezzati, senza eccezione, a S. Leonino e l’incompleta documentazione non ci consente di fare una statistica ma certamente i battezzati superano la settantina.



Ripartendo da Francesco abbiamo detto che di lui si conoscono sei figli e tra questi una sola femmina, Violante, che lasciò ben presto la Casanuova per seguire il marito Gaspero Sancasciani delle Gallozzole, sposato nel luglio del 1813. Dei cinque maschi, Luigi del 1788 e Angelo del 1797 rimasero celibi, mentre gli altri si coniugarono ad incominciare da Pietro sposato a Caterina dei Viligiardi di Monastero tra il 1810 e il 1815. Giuseppe nato il 17 novembre del 1804 portò alla Casanuova M. Anna Bruni che sposò nel febbraio del 1830. Infine Giovanni, come la sorella Violante, trovò alle Gallozzole e prese una Sancasciani di nome Maria nella chiesa di Quercegrossa il 14 febbraio del 1833. I suddetti matrimoni portarono ad un rilevante incremento demografico della famiglia che si dividerà nel 1838 quando il numero dei componenti si aggirerà sui diciotto/diciannove. Infatti, appena morto il padre Francesco, Giovanni si trasferirà al Mulino sempre dei sigg. De Vecchi e lì i suoi discendenti abiteranno per circa 150 anni facendo i mugnai e coltivando le terre annesse. Le nascite alla Casanuova avevano assunto un ritmo incessante e, dopo la mandata di Pietro con undici figlioli dal 1816 al 1835, Giuseppe e Giovanni diedero il via a una serie di battesimi alternati che durerà vent'anni dal 1830 al 1852 che li vedrà finire in pareggio con nove figlioli ciascuno.
Pietro e Caterina
Di Pietro e Caterina è interessante ricordare il parto gemellare del 31 agosto 1830 con la nascita di Rosa Maria e Annunziata, accomunate poi dallo stesso tragico destino due anni dopo con la loro morte avvenuta a distanza di dieci giorni l’una dall’altra. Tra gli altri figli Assunta, che nel gennaio 1838 si maritò con Giuseppe di Giovanni Buti di Quercegrossa; Michele, morto il 23 agosto del 1842 a 17 anni che nel 1841 era garzone dai Bartalozzi di Petroio; Gaetano, l'ultimo figlio, nato il 12 febbraio 1835 sposato con Maria Olmastroni e padre di sette figli tutti nati alla Casanova tra il 1865 e il 1881, e anche l'ultimo capoccio in quel podere; Agostino, del 1 agosto 1821, sposato con Luigia Milanesi di Quercegrossa nel febbraio 1852 e capoccio alla Casanuova dal 1878 al 9 novembre 1888, data della sua morte. Come il padre ebbe due gemelle dalla moglie Luigia nate l'11 marzo 1859, ma Giulia e Caterina sopravvissero solo di pochi giorni. Un'altra figlia di nome Assunta all'età di 2 anni venne trovata annegata il 26 marzo 1864, alle ore 14,30, in una fonte in prossimità della casa colonica.
Giuseppe e Maria Anna
L'altro fratello Giuseppe, che rimase alla Casanuova con Pietro, era nato il 17 novembre 1804 e M. Anna, sua sposa, il 7 dicembre 1830 gli aveva dato il primo figlio Niccolò che nel gennaio 1860 sposerà Assunta dei Maioli di Quercegrossa. Altre tre figlie si sposeranno nel popolo come Luisa nata il 5 novembre 1832 che nel 1853 sposò Sabatino Capperucci; Vittoria moglie nel 1872 di Giulio Lucchesi del Castellare e Maria coniugata nel 1874 a Giuseppe Tracchini dell'Olmicino. Faustina invece prese marito a S. Dalmazio e sposò Sabatino Calvellini. La famiglia di Pietro e Giuseppe rimase alla Casanuova fino al 1892 pochi anni dopo la divisione del podere e partirono per una località ignota. Nello Stato delle anime del 1890 la famiglia Masti comprendeva undici persone con Gaetano capoccio e vedovo dal 1886, i suoi figli Pietro, ammogliato con Paolina Francini, Amabile, Modesto, Cesira, Giuseppe, Sabatino, il nipote Giulio di Agostino con la moglie Maria Semplici e i loro figli Alessandro di 7 anni e Angelo di 5. Alessandro morirà il 3 aprile del 1891 e sarà l'ultima registrazione dei Masti della Casanova.
Giovanni
Il terzo fratello, Giovanni, il diretto antenato che come detto si trasferisce al Mulino nel 1838, ebbe dal suo matrimonio con Maria Sancasciani nove figli tra il 1834 e il 1852 dei quali sei sopravvissero con Desiderio Stefano nato il 3 settembre 1838 che sarà il continuatore della famiglia. Degli altri il primogenito Vincenzo, detto Lorenzo, nato il 16 marzo 1834 sposò Faustina di Luigi di Ambrogio Brogi della Casapera nel febbraio 1858 e sette anni dopo lasciò il Mulino con l’unica figlia Amabile di un anno.
Ramo di Cavasonno
Emilio di Giovanni, nato l'11 maggio 1847, si sposerà a 28 anni con Assunta Tracchini dell'Olmicino nel gennaio 1875, e morirà 31enne al Mulino il 5 gennaio 1883 dopo aver avuto due figli: Attilio nel 1879 e Arduina. Nel 1895 Attilio 16enne con la mamma Assunta lascerà il Mulino e lo vedremo riapparire nel 1906 mugnaio a Cavasonno. Qui i suoi figli avuti da Maria di Domenico Bruni, sposata al Palagio di S. Fedele nel febbraio 1908, resteranno diversi decenni e vi passeranno la Seconda guerra per poi abbandonare Cavasonno in data sconosciuta. Furono sei i figli di Attilio e le prime quattro nascite tutte femmine con Corinna, Orlandina, Emilia e Antonietta dal 1909 al 1913, poi nacque il primo maschio a cui venne imposto il nome del nonno Emilio, e l'ultimo figlio Renato nel 1915. La nonna Assunta morirà il 23 febbraio del 1930. Era nata nel 1849 e visse 81 anni. Le tre femmine di Giovanni si maritarono tutte e se ne andarono: Carlotta prese nel 1863 Alessandro Centini di Corsano; Diomira sposò Cesare Vannoni di Giuseppe di S. Leonino nel 1869; Carolina il 29 gennaio 1874 sposò Serafino Landi della Magione.
Desiderio
Alla morte del babbo Giovanni avvenuta al Mulino l'8 maggio del 1875, Desiderio prese il comando della famiglia. Aveva 37 anni essendo nato il 3 settembre del 1838 e si era sposato un decennio prima a S. Leonino con la mugnaia Cesira Ciappi il 27 luglio 1865. Il suo primogenito Angiolo, detto “il Rossino”, nacque il 18 novembre del 1866 e non ebbe discendenza maschile perché la moglie Caterina Paolini sposata forse nel 1892 gli diede quattro figlie che a suo tempo si maritarono tutte fuori del popolo e partirono: Ada sposò il gennaio del 1914 Zeffiro Buti della Ripa; Nella prese nel 1931 Corrado Tilli di S. Leonino; Cesira nel 1918 si sposò con Dante Lamioni di Marciano; Rina nel Trenta sposò Rino Fanciullini del Poggiarello di Basciano, biciclettaio a Siena soprannominato "Buccia” o "Buccino". Il 4 ottobre del 1869 nasceva al Mulino Amabile di Desiderio, la prima delle sue quattro figlie. Essa si sposò a 20 anni, nell'ottobre del 1889, con Angiolo Rossolini di Gardina. Anche le altre si sistemarono tutte: Angiola nata nel 1879 e maritata lasciò la famiglia; Giuseppa del 1883 sposò un Cellesi e infine Ersilia del 1885 che prese per marito Giulio Lazzeri di S. Leonino il 16 aprile del 1910. Tra i figli maschi di Desiderio si registrò Carlo nato il 25 novembre del 1872 e, rimasto celibe, visse sempre al Mulino dove morì ottantenne il 29 gennaio 1953.
Alberto
Ma colui che avrebbe dato continuità la famiglia fu Alberto detto “Bino”, nato il 27 agosto del 1874 e sposo all'età di 36 anni con Rosa di Emilio Buti nel gennaio 1908. Facendo un passo indietro vediamo che al Mulino nel 1890 vive una famiglia di mugnai composta da nove persone ed è ancora presente il nipote Attilio. La mamma Cesira muore il 30 marzo 1899 a 55 anni, mentre Desiderio, dopo aver visto sistemati tutti i suoi figli, lascerà questo mondo il 22 giugno del 1916 a 78 anni. Persona stimata e impegnato nella Compagnia di S. Antonio come camerlengo fino al 1912, Desiderio lasciò l’incarico al figlio Angelo che continuò la tradizione passandolo poi al nipote Armando. Il nonno Desiderio fece anche in tempo a veder nascere due dei tre nipoti figli di Alberto: Armando il 2 maggio del 1910 e Parisina il 9 aprile del 1914. Piero, battezzato Pierino, venne al mondo più tardi l'11 luglio 1918.
Masti
Piero Masti e famiglia nel giorno della Prima comunione di Alberto. A sinistra Novilia, con Fabio Merlotti del Catruppolo, seminascosto, Alberto, Marco, Piero e Lucia in piedi.

Iniziava così la nuova generazione dei Masti al Mulino che con la morte di Angiolo il 28 marzo 1934 e la partenza delle sue figlie, alla fine del 1935 presentava questa situazione familiare: il 60enne Alberto è il capofamiglia con la moglie Rosa e i tre figli già adulti. C'è ancora il fratello Carlo detto "Il coco" di 63 anni e l’anziana vedova di Angiolo, Caterina. Vive e lavora al Mulino anche un certo Fortunato Favilli, un orfano dell'ospedale di Siena. Fu preso da Angiolo e Caterina che desideravano un maschio, ma come detto ebbero quattro figlie e allora adottarono un trovatello. Fortunato, nato nel 1903, entrò in casa Masti forse nel dopoguerra e giunto a 26 anni si sposò il 9 febbraio del 1929 a Basciano con Ersilia di Luigi dei Fiaschi della Staggia e l'8 novembre di quell'anno nacque Alfio. Ed ora la piccola famiglia concorre a far salire il numero dei componenti a dieci. Ma quando i Masti alla fine del 1939 cederanno l’uso del mulino ai Bonelli dedicandosi ai campi, Fortunato con la sua famiglia emigrerà Siena dove anni dopo il figlio Alfio è tassista in Piazza delle Poste.
Il decennio che va dal 1937 al 1948 vede i fratelli Armando, Parisina e Piero accasarsi. Armando, il capoccio, per primo, con Bruna Manganelli nata nel 1917 a Castagnoli e matrimonio a Pietrafitta il 10 ottobre del 1937. Il 20 marzo del 1939 nascerà la sua unica figlia Mirella. Poi il 17 settembre 1938 Parisina sposò Dino Palazzi e tornò all'Olmicino e successivamente Piero il 16 maggio del 1948 a S. Giusto in Salcio prese in moglie la 30enne Novilia di Vittorio Salvini nata in quel paese il 7 aprile del 1919. Lucia (1949), Alberto (1952) e Marco (1955) saranno i loro figli e sarà l'ultima generazione al Mulino. Nel 1954 con la partenza dei Bonelli i Masti ripresero a lavorare come mugnai, con Armando il mugnaio e Piero che aiutava e pensava alla terra. Svolsero questo compito fino a che resse il lavoro, venuto meno per la fine della mezzadria negli anni Sessanta. Lavorarono ancora i campi del podere, poi il 2 luglio del 1980 l'incidente col trattore che mise fine ai giorni di Piero.
Masti_3 Tre anni prima il 31 gennaio 1977 era morta la moglie Novilia. Aveva portato al Mulino anche gli anziani genitori Vittorio e Anna, deceduti rispettivamente nel 1963 e nel 1974. I giovani Alberto e Marco occupati ben presto nell'artigianato meccanico riuscirono a crearsi una propria attività nel mondo delle moto che ancor oggi li vede commercianti e meccanici in Siena, dopo lunghi anni trascorsi nella prima officina al Mulino e poi nella sede di Quercegrossa davanti alla chiesa. Abbandonato il Mulino, Armando con i nipoti tornò a Quercegrossa dove morì il 2 agosto 1986 nella loro nuova casa. Fu l'ultimo mugnaio.



Inizio pagina

Indice famiglie del '900

Indice dei Capitoli