LARI (1943/44 - 1945); autista; Passeggeri; da Firenze.
Assunto come autista dal senatore Sarrocchi tra il 1943 e il 1944, Giuseppe Lari prese alloggio con la famiglia alla fattoria di Passeggeri. La moglie Emilia Zannelli e tre figli Marcello, Giancarlo e Anna Maria ebbero appena il tempo di ambientarsi che Giuseppe li riportò a Firenze, da dove probabilmente provenivano, dopo un anno o poco più di permanenza a Passeggeri. Partirono nel 1945 forse a guerra finita. In breve: erano degli sfollati.
LAZZERI (1876/77 - 1880 ca.) - (1965 - Residente); mezzadri/possidenti; (Poderino) - (Quercegrossa); da S. Leonino.
Livio Lazzeri torna a Quercegrossa nel 1965 e il fratello Guido il 10 marzo 1973. Avevano acquistato nel 1962 dal Calonaci quel blocco che comprendeva il terzo podere dei Mori e l’appartamento del Guarducci sopra il forno. Per il limite temporale imposto a questo lavoro, ossia il 1960, questa famiglia non dovrebbe apparire in questo elenco delle famiglie di Quercegrossa, essendovi tornata soltanto nel 1965, ma uno strappo alla regola mi sia consentito in considerazione della grande notorietà dei Lazzeri, soprattutto di Guido detto
“Il Piuma”, che da molti decenni frequentava Quercegrossa. Inoltre l’avo Gelasio nacque al Poderino ed è ancora di ricordare l’acquisto nel 1958, del podere che era stato di Giotto. A S. Leonino agli inizi dell'Ottocento arriva una famiglia di coloni dal cognome Lazzeri. Dimoreranno in quella parrocchia per 160 anni e da quella famiglia usciranno Livio e Guido che alla fine degli anni Cinquanta del Novecento acquistarono dei beni a Quercegrossa e vi si stabilirono. Il loro padre Gelasio era nato al Poderino di Quercegrossa nel 1878 e lì aveva vissuto per pochi anni. La storia conosciuta dei Lazzeri inizia intorno al 1780 quando dimorano al podere Castagnoli nel popolo di S. Niccolò a Sterzi dove i fratelli Pasquale, capoccio, Michele, Domenico e Giuseppe figli del defunto Pietro convivono con la mamma vedova M. Stella. Pasquale e Giuseppe sono sposati e noi seguiremo Giuseppe l'antenato diretto dei Lazzeri di Quercegrossa. Coniugato con M. Antonia di Diamante Fattorini, di una vicina famiglia, mette al mondo a Castagnoli diversi figli tutti maschi con il maggiore Pietro nato il 4 marzo 1799, poi Antonio (1802), Francesco (1804), Vincenzo (1806), Lodovico (1808), Lodovico (1810) e Raffaello (1812). L'unica femmina M. Luisa nascerà a S. Leonino nel 1815. Infatti, nel 1808 i Lazzeri, dopo un periodo di crescita per le numerose nascite, raggiungono le diciotto unità e di conseguenza nel 1814 si assiste alla divisione della famiglia con Giuseppe e il fratello celibe Michele che si trasferiscono al podere Macie di S. Leonino. Il primo dato completo che abbiamo della nuova situazione risale al 1822 e ci presenta un medio nucleo di nove persone al podere delle Macie con Giuseppe sempre capoccio di 47 anni e sei figli che vanno dai 7 ai 23 anni più una guardiana Luisa Mazzoni di 24 anni. Iniziano i matrimoni e Pietro prende in moglie Cristina Dell'Orso e nel 1828 sono già undici in famiglia. Antonio sposa Massimina Leoncini e Raffaello, intorno al 1837/38 in età di 26/27 anni, sposa Rosa di Antonio Tanzini e il 6 dicembre 1839 nasce Niccolò. Da otto che erano alla loro entrata alle Macie sono divenuti ventuno nel 1843, con in più un garzone e una guardiana. Si rende quindi necessaria una ulteriore separazione che avviene senza trasferimenti perché il proprietario divide le terre in due poderi: Macie di Sopra e Macie di Sotto e nel 1850 abbiamo il seguente quadro: Pietro del fu Giuseppe alle Macie di Sopra con moglie e otto figli, e Antonio capoccio alle Macie di Sotto con i fratelli Francesco e Raffello e rispettive famiglie per un totale di diciotto persone. Raffaello ha avuto da Rosa i figli Niccolò di 10 anni, Valentino di 8, Giuseppe di 6, Violante di 4 e Angela di 2 anni. In una data imprecisata egli lascia la famiglia e con i figli torna nelle case di S. Leonino dove continua la sua professione di contadino con una famiglia di soli adulti comprendente Niccolò che si è già sposato con Carolina Cungi, Valente coniugato con Violante Mori, e Giuseppe. Niccolò a sua volta abbandonerà i fratelli per tornare al Poderino nel 1877/78 dopo la nascita del figlio Michele il 31 marzo 1876.
Gelasio Lazzeri
Al Poderino nasceranno Gelasio nel luglio 1878 e Attilio nel 1880. Negli anni seguenti la famiglia subisce l’improvvisa perdita dei genitori e i figli sono accolti dagli zii Giuseppe e Valentino in S. Leonino come appare nel 1886. Vent'anni dopo nelle case di proprietà dell'ingegner Castelli abitano ancora gli anziani Giuseppe e Valente con Violante e il solo Gelasio dei figli del fu Niccolò che ha preso in moglie il 19 febbraio 1903 Ida di Pietro Sollazzi di Topina. E' gia nata Rosa il 26 marzo 1904 alla quale seguiranno Livia il 19 aprile 1906, Livio il 1 marzo 1909, Dino (1912), Guido il 13 febbraio 1916 e Dina (1921).
Negli anni Trenta del Novecento la famiglia di Gelasio vive ancora nelle case di S. Leonino. Rosa si è sposata con Corrado Vannoni il 25 aprile 1925 e Livia con Orlando Giunti il 27 gennaio 1929. E' in quegli anni che i Lazzeri cambiano residenza e tornano nella casa detta dei Cipressi alle Quattro Vie di proprietà Luciani. Qui si sposa Livio con Maria Chiti il 30 settembre 1933 e nel 1940 vi muore la mamma Ida mentre Gelasio vive fino al 31 luglio 1951. Anche Guido si è sposato il 28 aprile 1943 con Rina Rossi, la figlia di Beppe di Passeggeri, e Dino, 5 anni più tardi, il 27 ottobre 1948 prenderà moglie a Quercegrossa sposando Libera di Attilio Bernardeschi. Dino non avrà eredi e morirà presto mentre a Livio, dopo la perdita dei piccoli Anna Maria e Alvaro nel 1933 e 1935 nascerà Lido il 10 aprile 1937. Da parte di Guido, una sola figlia, Patrizia, nata nel 1948. Quest'ultimi nipoti sono gli eredi Lazzeri in Quercegrossa.
LEONINI (1957/58 - 1967/68); mezzadri; Barberino di Passeggeri; da Corsignano.
A Passeggeri verso il 1957/58 vi torna una piccola famiglia di contadini: i Leonini. Provenivano da Corsignano di Vagliagli dove risiedevano dal 1955, giuntivi dopo un’esperienza di due anni alle Ville di Corsano, da dove erano stati allontanati dal proprietario svizzero Huber per non aver tenuto fede all’impegno sulle unità operative del podere avendo il giovane Giorgio trovato lavoro presso un fabbro. Erano emigrati alle Ville di Corsano nel 1953 dal podere Sante Marie di Asciano, posto sulla strada per Rapolano, ed era in quelle terre dell'ascianese che vivevano fin dai primi decenni del Settecento e nella Pieve di S. Agata in Asciano erano stati battezzati tutti i loro avi a cominciare da Niccolò di Bernardino del già Antonio e di Francesca Pansieri nato il 6 dicembre 1739. Successivamente e in linea diretta sono documentati i battesimi del figlio di Niccolò e Agata Monaci, Giovanni Battista il 22 novembre 1776; del figlio di Giovanni Battista e Maria Ardenghi chiamato Antonio, l'8 ottobre 1820; di Mario di Antonio e Santa Benigni nato il 29 dicembre 1855; di Nello di Mario e Caterina Gennai il 6 agosto 1887, e infine di Primo che nasce il 2 febbraio 1912 figlio di Nello e di Elvira Palazzi. Tra gli altri documenti riscontrati ad Asciano abbiamo il matrimonio di Giovanni Battista fu Niccolò del 27 settembre 1812, sposato all’età di 36 anni con Maria Ardenghi della diocesi di Pienza, e il matrimonio di Mario fu Antonio con Caterina Gennai celebrato ad Asciano il 10 aprile 1885. Inoltre
"Mario aveva un fratello, Pietro, dal quale prese il via il ramo delle Taverne". La residenza dei Leonini è sempre indicata alla Beccanella. Quando si mossero da Asciano, la famiglia comprendeva l'anziano Nello, la moglie Elvira Palazzi, che morirà alle Ville il 10 dicembre 1954, Primo con la moglie Semira Vaselli (Marisa) e i figli Giorgino (1940), Marcella, ai quali si aggiunse Isolina. Giunti quindi a Corsignano, dopo due anni sono chiamati con insistenza da Gosto di Maggi al podere Alberino
"perché mancavano i contadini". A Passeggeri, Primo e famiglia entra nelle ultime case verso la villa, ossia il podere detto Barberino, e vi rimasero fino al 1970 quando tornarono a S. Stefano, essendo ormai Passeggeri
"in disuso". Negli ultimi tempi, infatti, avevano anche rinunziato a tenere la stalla. La sua partenza da Passeggeri non fece piacere alle signorine padrone per le quali Giorgino era a disposizione per ogni intervento urgente di manutenzione. A S. Stefano presero terre in affitto e, mentre Giorgio lavorava a Quercegrossa, il babbo con gli altri pensavano ai lavori agricoli. Chi non ricorda Giorgino, chiamato
"il Tarpone", intento a fischiettare nella sua bottega. Egli, dopo un periodo di dipendenza in un mobilificio di Radda, si era messo in proprio e aveva affittato l'ex bottega del calzolaio nel Palazzaccio di Quercegrossa. Con l'aiuto del suo giovane cugino, riparava ogni motore o attrezzo o strumento che gli veniva portato, dal coltro a Jukebox, dimostrando una eccezionale versatilità. Sempre allegro, era un artista nel fischiare e modulava il suono come nessuno; oddio, quel giorno che la sua piccola bottega prese fuoco fischiò meno del solito.
Comunque, in quei pochi anni che rimase a Quercia riuscì a trasmettere buonumore e quando se ne andò dispiacque un poco. Da Quercegrossa alla Madonnina Rossa come fabbro, poi dipendente del Conad e nel 1972 prese in moglie Marisa. Negli anni seguenti si registrarono le morti a S. Stefano del nonno Nello il 20 giugno 1974 all'età di 86 anni e del babbo Primo il 25 gennaio 1977 a 65 anni. La sorella Isolina sposò Sergio Pulcini di S. Stefano e oggi vive a Quercegrossa.
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