
La stagione capricciosa ha regalato
a Siena per il Palio del 2 Luglio,
in onore della Madonna di Provenzano,
una smagliante giornata di sole
quale si addice ad una festa di
colori, serena e calda di entusiasmi
e passioni.
E sin dal mattino la Città, già
affollata di turisti italiani ed esteri
è andata sempre più infittendo la
sua popolazione con l’afflusso di spettatori
giunti da ogni parte e con
ogni mezzo. E molte le Autorità e
personalità intervenute fra le quali
l'Ambasciatore americano a Roma,
Mister Zellerbach, l'ambasciatore
inglese presso la Santa Sede mister
Marcus Cheke, il premio Nobel prof.
Chain, Comm. Dr. Di Paolo Direttore
Generale del Commissariato per
il Turismo e dell’E.N.I.T. in rappresentanza
dell’On. Pietro Romani,
Comm. Avv. Tulli, Capo della Segreteria
Particolare del Commissario al
Turismo, il Presidente Nazionale
dell'Artigianato con il Direttore
Generale, l’Ing. Comm. Tonni Capo
Compartimento delle F.S. con il Capo
Movimento Comm. Gazzei, Comm.
Ing. Trapolin Direttore Generale
della SITA con il Direttore Compartimentale
di Firenze Cav. Bassetti,
l’Ing. Boni per La Enciclopedia Britannica
del Film di Londra, ing. Tomassi
Presidente dell’Ente Provinciale
per il Turismo de L’Aquila
con il Direttore Cav. Rag. Mario
Chigiotti, il Sig. Vittorio Della Valle
per la Fox Movietone News di
Londra, il Sig. Blasetti della United
Press Associations, il Sig. Paul-Michel
Villa per la Agence France Presse,
il Sig. Attenni per la The
Associated Press di Roma, il Sig
Ernest Kleinberg per la Casa
Cinematografica omonima di Los Angeles
di California, il Sig, R. Stephen
Vercoe della Compagnia Televisiva
"Jack Douglas Prodution" di Los
Angeles di California, il Sig. Mario
Marchi per la Casa Cinematografica
Incom di Roma, il Sig. Serbolonghi
della Casa Cinematografica Paramount
di New York, il Sig. Bucci per
la Cinecronaca di Roma , oltre
ad altri numerosi giornalisti e
fotoreporter italiani e stranieri.
L’Ente Nazionale Industrie Turistiche
di Roma ha organizzato una apposita
escursione per i funzionari addetti
ai servizi di propaganda, cinematografici,
pubblicazioni ecc. per dar modo
ai funzionari stessi secondo l'intendimenti
del Direttore generale Comm. Dr.Di Paolo di
conoscere e di approfondirsi nella
massima manifestazione storica e turistica
d'Italia.
Il Duomo, il Palazzo Civico, i
Musei sono stati affollatissimi per tutta
la mattinata poi, dopo colazione, la
folla si è sparpagliata nelle Contrade
partecipanti alla corsa per assistere
alla benedizione dei cavalli, in
Piazza del Duomo per vedere da
vicino le Coparse che recavano il
loro saluto all’Arcivescovo ed al
Palazzo del Governo da dove il Corteo
storico ha avuto inizio.
Il corteo
Sul Campo il Corteo ha fatto il
suo ingresso alle ore 17,40 ed è stato
accolto, dopo la sfilata dei Carabinieri
a cavallo applauditissimi, dalle
grida di entusiasmo della folla che
aveva già invaso palchi e balconi
mentre nell’interno della Piazza la
affluenza era stata alquanto lenta e
si è poi andata sempre più infittendo
quando è stato riaperto il passaggio
dalla Via Giovanni Duprè.
Alle 18 ha avuto inizio la ripresa
televisiva in trasmissione diretta e la
mancata coincidenza con l’inizio è
apparsa inopportuna perché non sono
stati ripresi i primi gruppi di
massa e gli spettatori lontani hanno
quindi visto solamente le varie comparse
che, per la mancanza dei colori,
sono apparse evidentemente molto
uniformi. La teletrasmissione
si è comunque, via, via ravvivata
con la presentazione di ottimi scorci
della Piazza, del Palazzo civico e
della folla nonchè con la ripresa in
primo piano di magnifiche sbandierate
fra le quali ha impressionato
l’acrobatico e multiplo salto del
fiocco eseguito da un figurante del
Drago.
Un pò lunghe, però, le varie sbandierate
ed è stata questa la causa
prima per cui la durata del Corteo
è sembrata eccessiva ed è stata comunque
superiore alla consuetudine.
Ma, sotto un certo aspetto, l’attesa
esaspera passione ed entusiasmo
che poi trovano logica esplosione e
soddisfatto epilogo nell'arroventata
corsa.
La corsa
Ed è stata, questa del Palio del
2 luglio 1958, una corsa veramente
calda, emotiva nelle sue movimentate
fasi, nella successione delle posizioni,
nella vittoria finale della Contrada
di Valdimontone, candidata
alla vittoria sin da quando la sorte
le aveva concesso i suoi favori nel
giorno di S.Pietro e Paolo assegnandole
Belfiore, il cavallo vittorioso
nell'Agosto dello scorso anno,
qualificato senza esitazioni il più
forte.
Vittoria prevista, comunque fino
ad un certo punto poiché nel Palio
non c'è mai niente di sicuro inquanto
anche il minimo coefficente può
capovolgere il risultato. E nei giorni
di vigilia si erano avallate le aspirazioni
e le speranze di altri popoli e
di altre contrade. Erano corse voci
su manovre e patti, le solite voci di
ogni contesa, tutte accreditate e tutte
senza alcun fondamento. Contro il
Montone si ergevano uguali e solide
aspirazioni della Torre e della Lupa
nè si poteva escludere che anche altre
Contrade, apparentemente meno
qualificate non sperassero in un possibile
successo e non avessero dato
al propio fantino disposizioni atte
a cogliere l'attimo e la situazione
favorevole.
Tutte queste voci e previsioni, queste
aspirazioni, sono state però recise
dalla volontà del popolo del
Prato dei Servi e di Via delle Cantine,
di Valli e Via Romana che ha
saputo sfruttare con la sagace condotta
ed esperienza dei suoi dirigenti
il valore del cavallo affidandolo alla
guida di un fantino esperto, assetato
di vittoria, neutralizzando con adeguati
mezzi le manovre avversarie.
Ma lasciamo perdere la cronaca
dei cinque minuti che vanno dalla
esplosione del mortaretto agli ottanta
secondi della corsa.
I fantini, usciti dall'entrone e
ritirato il nerbo di bue, hanno sostato
un attimo per salutare al Palazzo Civico
le Autorità. Quindi si sono avviati
verso il canape di partenza. Lo
schieramento era così delineato:
Montone, cavallo Belfiore e fantino
Donato Tamburelli detto Rondone;
Giraffa con Zulima, fantino Graziano
Vincenzo detto Solitario, Selva
con Stella e fantino Remo Antonietti
detto Rompighiaccio; Istrice con
Urbino e fantino Francesco Cuttone
detto Mezzetto; Pantera con Barbara
e fantino Rosario Pecoraro detto
Tristezza; Bruco con Capriola e
fantino Romano Corsini detto
Romanino; Lupa con Archetta e
fantino Lazzaro Beligni detto Giove;
Drago con Serenata e fantino Eletto
Alessandri detto Bazza; Torre con
Uberta e fantino Umberto Castiglionesi
detto Biba; Leocorno con Zara
e fantino Ivan Magnani detto il
Terribile.
La folla si agita mentre dal Palco
dei giudici scende al mossiere ed al
Direttore di Polizia il segreto ordine
di ingresso ai canapi.
Si apre il foglietto e l'appello ha
inizio: un urlo che ripete e scandisce
il nome della Contrada che per prima
entra ai canapi: Lupa e poi Torre,
Giraffa, Pantera, Montone, Istrice...
i cavalli non stanno fermi...
taluno cambia posto... altri va avanti
ed indietro mentre entrano ancora
Selva e Bruco... il mossiere fa segno
di fermarsi nell'appello, grida, gesticola
poi scende sulla pista nel tentativo
di mettere un pò d'ordine.
Risale sul verrocchio mentre al centro
avviene un movimento brusco,
il Montone è scattato ma Rondone,
pronto, conoscendo a fondo le virtù
del suo cavallo, lo riprende sullo slancio
e salta il canapo... un bel salto
da concorso ippico che ha suscitato
un urlo della folla... il canapo viene
abbassato mentre alcuni cavalli
escono fuori. Il Montone, evitato il
grave pericolo di una rovinosa battuta
e caduta, riprende il suo posto
mentre il canapo è di nuovo tirato.
Rientrano Selva e Bruco, poi il
Leocorno... il Bruco si stringe... il Leocorno
prende il suo posto... il mossiere
fa segno al Drago di entrare; il
Drago, che è di rincorsa, indugia
ancora un attimo e poi scatta di
corsa. Cade il canapo ed i cavalli partono
come frecce: è prima la Torre
che è sprizzata fuori come un
nocciolo di ciliegia mentre sul centro
la segue il Montone ed a ventaglio
tutti gli altri, leggermente attardato
il cavallo della Lupa che era in
posizione falsa al momento in cui il
canapo è caduto.
Dalla mossa a San Martino è un
balzo fulmineo, un attimo nel quale
il gruppo si allunga: e le posizioni
cambiano. La curva è presa in prima
posizione dalla Torre seguita dal
Montone, dalla Lupa, Istrice, Bruco,
Pantera, Giraffa e le altre. Altro furioso
e più difficle tratto da San
Martino al Casato... la Torre è
prima incalzata dal Montone, curva in
velocità, e sbatte sulla linea esterna
della pista costituita dai palchi e
perde qualche lunghezza. Gira facile
il Montone che le si appaia ed i due
compiono insieme, senza potersi
arrivare con il nerbo, il tratto fin
presso la Costarella ove il Montone passa
decisamente in testa. Sulla stessa
direttiva incalza la Lupa mentre il
Montone gira al largo e prima di
San Martino, anzi poco dopo che ha
superato la fonte, anche Archetta ha
sopravanzato Uberta. La corsa è decisa
perché nessuno potrà ormai più
arrivare Belfiore che conduce senza
spericolarsi contentandosi di controllare
ogni tanto l'avvicinarsi delle
inseguitrici che sono ridotte, ormai,
a Lupa e Torre. Lazzaro difende la
posizione conquistata in una vana
speranza di un fatto irrealizzabile
e nell'ordine le tre contrade giungono
al bandierino di arrivo che
Rondone supera a nerbo alzato in
segno di esultanza.
Sfrecciano sul palco delle comparse
le bandiere di Valdimontone ed
alle due della comparsa rispondono
tante altre sbucando da ogni parte
della Piazza contornate da una selva
di bandiere alleate ed amiche. Gridano
a perdifiato il daccelo gli uomini
di Porta Romana ed i ragazzi del
Prato dei Servi ed il Palio, dipinto
da Dino Rofi, è sceso dal palco dei
giudici dalle mani tremanti di Dedo
Pianigiani il cui sorriso si bagna di
due ardenti lacrime di commozione.
Sballottato fra i suoi contradaioli,
baciato, abbracciato è il Cav. Giovanni
Margiacchi, appassionato Priore
della Contrada ed abbracci e baci
si prendono, a loro volta, i "mangini"
fra i quali l'amico Enrico Pecciarelli
che, al suo debutto, gode il
battesimo della sua più brillante
vittoria.
Da Romana altri giovani si fanno
incontro al Corteo recatosi alla
Chiesa di Provenzano per il ringraziamento
mentre il rione si illumina
di tante e tante luci e risuona di
canti e di evviva.
E’ un trionfo, il trionfo del Montone,
di Belfiore, di Rondone, ma
soprattutto di dirigenti appassionati
quali Giovanni Margiacchi ed Alfredo
Pianigiani e di un popolo generoso
ed entusiasta.
Da Provenzano la Vergine sorrideva
con benevolenza al suo popolo, il
popolo di Siena.
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