Palio di Siena

Cronache dei Palii del 1912


2 LUGLIO 1912


Le prove

Lunedì sera la prova generale riuscì bellissima e di vivo interesse per la lotta accanita fra il Bruco e la Pantera che si sorpassarono a vicenda; ma il primo riportò ancora una volta la vittoria.
La corsa di ieri mattina ancora una volta meritò il suo titolo tradizionale di provaccia e fu vinta dall'Istrice.

Il concorso

A dire il vero, non è stata molto numerosa quest'anno l'affluenza dei forestieri. Tuttavia non sono mancate distintissime personalità italiane e straniere, desiderose d'assistere alla nostra caratteristica festa.
Basti dire che soltanto all'Hotel Continental scesero: il principe de Windisch Graetz, attacchè all'ambasciata Imperiale e Reale d'Austria Ungheria presso S. M. il Re d'Italia; S. E. il Principe Liechtenstein, il Principe e la Principessa Corsini, la Principessa di San Faustino, il Marchese e la Marchesa Bourbon del Monte, il Barone e la Baronessa Seprebensky, il Barone Paino, il Marchese e le Marchesine Giuntini, il Conte e la Contessa Figoli de Geneys, il Conte e la Contessa Piccolomini della Triana, il Conte e la Contessa Gargallo, il Nobil Uomo Filippo Contini e signorina, la Nobil Donna Giuseppina Giorgi, il senatore Lustig, il prof. Schiff e famiglia, sig. Piero Tozzi da Ruvo, signor Bondi e famiglia, signorina Tharfs, Mrs. Osbone, Mrs. e Miss Smith, Mrs. J. H. Garth, Miss. C. B. Forbes, Miss Phillis De Kay, Miss Sirena Towrsend, Mrs. Cleaveland.

La corsa

Sarebbe superfluo che noi ripetessimo la descrizione della nostra magnifica piazza nel momento del Palio e riferissimo ancora una volta come si svolge l'imponente corteo.
Quest'anno lo sfilamento fu assai ordinato, e ciò non fece che accrescere l'impressione ammirativa, specialmente dei forestieri.
Allorchè i cavalli si avvicinarono al canape, nella folla si manifestò quella vibrazione di ansia che finisce per investire anche coloro che, venendo di fuori, sono assolutamente indifferenti all'esito della corsa.
Data la mossa con la consueta abilità dal dott. Pasquale Meucci, il Bruco prese la testa del gruppo, seguito dal Nicchio e dalla Civetta che cadde al secondo giro dopo la voltata del Casato.
Il Bruco rimase sempre primo a buona distanza, lasciando agli altri la magra consolazione di nerbarsi fra loro, e vinse senza contrasto.
Ognuno comprende l'entusiasmo dei popolani della nobile contrada, i quali in un attimo, saltando dai palchi o scavalcando i cancelli, si aggrupparono sotto il palco dei giudici per ricevere il palio.
Una quindicina di frati del convento dell'Osservanza, posto, diciamo così, sotto la giurisdizione territoriale del Bruco, si unirono al gruppo e accompagnarono l'ambito drappo nel rione, dove fu improvvisata una entusiastica festa.
L'arrivo del palio, circondato da un'infinità di bandiere di contrade amiche ed alleate fu salutato da urla altissime di gioia e dal suono di una musica che in un attimo era stata messa insieme. Le maggiori prove di simpatia furono tributate al fantino Alfonso Menichetti e anche il cavallo ebbe, come di dovere, la sua parte di attenzioni.
Il rione, illuminato, venne invaso da una folla di visitatori, tra cui moltissimi forestieri. Intervennero autorità e notabilità cittadine, il presidente del Magistrato delle contrade, molti priori delle altre contrade. Si notò la grande affluenza di abitanti della Torre e della Giraffa che vollero riaffermare la loro simpatia per l'amico Bruco. I buoni popolani con sincera espansione seppero mostrarsi gentili e grati verso tutti gli ospiti.
La festa si è protratta fino a tardissima ora, per venir ripresa con maggiore slancio questa sera.
La nobile contrada del Bruco ha riportato con quella di ieri la sua 31ª vittoria.
Il trentesimo palio lo aveva vinto il 16 agosto 1907.

16 AGOSTO 1912


L'animazione della città

Ieri la città era cosi animata, che in certe ore e in certe località si rendeva abbastanza difficile la circolazione.
Nessuno riuscirebbe a stabilire, nemmeno approssimativamente, il numero delle persone che si erano date convegno a Siena per assistere alla festa tradizionale e caratteristica. Treni, diligenze, carrozze private e automobili riversarono qui dalle città vicine o lontane e dai paesi prossimi una folla immensa.
Le centinaia di bandiere dagli svariati colori delle contrade che si agitavano ai confini dei rioni e alle finestre dei capitani e dei priori, formavano l'ammirazione dei forestieri che quest'anno in numero anche maggiore del solito erano venuti a godesi lo spettacolo.
L'attesa era divenuta anche maggiore per l'annunzio che alla corsa avrebbero assistito anche i valorosi giovani, reduci dalla Libia e ricoverati al nostro Policlinico.
Poco dopo le ore 16, le contrade, muovendo dalle respettive sedi, si recarono per la città a rendere le onoranze ai protettori e quindi si riunirono nel cortile della Prefettura per disporsi in corteo.
Molto tempo avanti che cominciasse la sfilata delle comparse, la Piazza del Campo era gremita. Sarebbe superfluo che noi ripetessimo la decrizione dell'aspetto che presenta in simili occasioni il magnifico anfiteatro.

Il Corteo

Dopo che la pista era stata sgombrata, giunsero in gruppo i reduci dalla guerra che si recarono a prendere posto nel palco, a loro apprestato dal Municipio. Essi furono accolti da una dimostrazione imponentissima, come raccontiamo più avanti.
Incominciò subito lo sfilamento del corteo che fece l'ingresso nella piazza, al suono dei trombetti e dei musici di Palazzo, mentre il campanone della Torre del Mangia diffondeva a grande distanza i suoi rintocchi in segno di festa.
Il corteo si svolse ordinatissimo; le diciassette contrade nei loro pittoreschi e ricchi costumi destarono la viva ammirazione degli spettatori che con frequenti applausi mostravano il loro grande compiacimento.

La corsa

Dopo la sfilata del corteo, fra l'intensa generale aspettativa fu dato il segnale dell'uscita dei fantini dal Palazzo del Podestà.
I primi cavalli entrarono tranquillamente fra i due canapi della mossa; ma quelli della Giraffa e della Lupa furono restii, cosicché tutti gli altri, prima dell'entrata di questi ritardatari, urtarono il canapo per scappare. I fantini dell'Istrice e dell'Onda caddero e fortunatamente non si fecero alcun male; allora il mossiere dott. Meucci, fece scattare il canapo, onde evitare più dolorose conseguenze.
I cavalli si slanciarono in carriera, preceduti dalla Giraffa e dalla Lupa e compirono più d'un giro non essendo stato sparato il mortaletto per indicare, che la mossa non era valida.
Come è naturale, dato il fanatismo dei nostri popolani, l'incidente sollevò una certa agitazione; ma ben presto tutto rientrò nella calma e sollecitamente si compierono le formalità per ricondurre i cavalli alla mossa, la quale riuscì benissimo.
Quasi subito si staccò dal gruppo la Lupa, incalzata dalla Chiocciola e dalla Giraffa e seguita a breve distanza dall'Onda, dal Montone e dall'Oca.
La lotta fu accanitissima. I fantini della Giraffa e della Chiocciola fecero sforzi inauditi per potere avvicinare e passare la Lupa, ma questa rimase in testa per tutti e tre i giri, terminando la corsa, con almeno tre lunghezze di vantaggio sulla Giraffa e sulla Chiocciola, rispettivamenle seconda e terza.
Anche per le altre contrade fu assai animata la lotta e specialmente i fantini dell'Oca o del Montone si scambiarono solenni nerbate. Il fantino della Tartuca cadde malamente al secondo giro della pista, presso la svolta del Casato.
Subito dopo la corsa si rinnovarono le solite scene d'entusiasmo. Una folla di lupaioli assieme ai carabinieri circondò il vincitore, portandolo in trionfo, mentre dal palco dei giudici veniva calato il palio e consegnato ai rappresentanti della contrada, i quali fra grida di giubilo lo portarono trionfalmente nel rione.

Nella contrada vincitrice

Mentre la Piazza del Campo andava gradatamente sfollandosi, una vera fiumana di gente si riversava nella contrada della Lupa, esultante per la riportata vittoria.
Le campane della Chiesa di S.Rocco, patrono della contrada, suonavano a distesa e da ogni parte si emettevano grida di gioia; il fantino vincitore veniva fatto segno alle più calde manifestazioni.
Egli che chiamasi Alfonso Menichetti, nativo di Scansano, godeva già in Siena una lunga notorietà per i brillanti successi riportati in corse precedenti, fra le quali ultima quella del 2 Luglio scorso, in cui portò alla vittoria i colori della nobil contrada del Bruco. A lui non mancarono le congratulazioni di molte autorità e personaggi che si erano recati nella Lupa.
Intanto i locali della Contrada erano stati aperti al pubblico e subito rigurgitarono di visitatori, ai quali era gentilmente offerto un sontuoso rinfresco .Molte bottiglie di champagne furono votate in onore della contrada.
Gli onori di casa venivano fatti con squisita signorilità dal Capitano signor Pasquale Franci e dagli altri membri del seggio, signori Franci Gualtiero, Granai Carlo Alberto, Giunti Francesco, Rossi Umberto, Masotti Gino e da altri volenterosi.
Il Palio, bella opera del pittore senese Giunti Vittorio, nato e domiciliato nella contrada della Lupa era oggetto di viva ammirazione. Vicino ad esso si notava l'ultimo palio vinto nella corsa del 2 Luglio 1909 dalla contrada che celebra la sua ventinovesima vittoria.
La festa e l'animazione si protrassero fino a tarda ora.
Quest'oggi la comparsa al completo ha fatto il solito giro per la città, rendendo omaggio ai soci protettori e accolta dovunque da segni di grande simpatia.
Stasera, ricorrendo anche la festa del Santo titolare della Contrada nella Chiesa di S.Rocco, saranno celebrate solenni funzioni. Presterà servizio una musica cittadina e sarà eseguita l'illuminazione del rione con bracciali e stelle di lampadine.

Il fantino caduto

I militi della Pubblica Assistenza trasportarono ieri sollecitamente all'Ospedale con la lettiga a mano il fantino della Tartuca Emidi Arduino del fu Michele di anni 36.
Fu subito visitato dal medico di turno dott. Corsini che gli riscontrò una distorsione al piede sinistro e un'abrasione alla gamba sinistra, giudicandolo guaribile in 20 giorni, salvo complicazioni, trattenendolo all'Ospedale.


Testi tratti da "La Vedetta Senese" del 3 luglio e del 17 agosto 1912, foto dei drappelloni da "Pallium"