

Dal Sig.Leonildo Fabbrini, mossiere dei nostri Palii, riceviamo questa lettera che pubblichiamo molto volentieri:
Ill.mo Sig. Direttore,
Ho letto questa mattina nel suo accreditato giornale l'articolo di cronaca riguardante il palio alla Romana, e avendovi riscontrato qualche inesattezza Le sarei grato se volesse pubblicare la seguente per rimettere le cose al suo posto.
Alla corsa della 3ª batteria i cavalli caddero non perchè io avessi dato il segnale della partenza, ma perchè i fantini a tutto guardavano fuori che a me, che ero sceso dal "verrocchio" ed avevo ordinato che uscissero, perchè avevano cambiati i posti ed avevano messo confusione.
Ritornati i cavalli dentro i canapi detti il segnale della partenza quando erano tutti dentro in fila. Uno partì, gli altri stettero fermi, come se i cavalli si rifiutassero a partire; ma di chi è la colpa? mia no certamente.
Ho poi da correggere un fatto sostanzialissimo riguardante la mossa della corsa decisiva. Non è vero che i tre cavalli fossero entrati fra i canapi, e che io non avessi data la mossa perchè l'Oca voltava le spalle al canapo.
Il cavallo del Montone saltò il canapo quando la Lupa era sempre fuori, ed io non credei di dovere fare correre 2 cavalli su 3 dando la mossa quando la Lupa entrò dentro ed era a terra il Montone.
Ora mi permetta di dire una parola in mia difesa e specie in risposta in quanto il corrispondente della Nazione ha telefonato al giornale medesimo dicendo che io favorivo l'Oca.
Se io volevo favorire l'Oca, poco mi curavo se nella corsa decisiva il Montone era caduto. Avrei dato la mossa e l'Oca avrebbe avuto un cavallo di meno nella lotta.
Ho creduto di fare il mio dovere e di fare bene facendo così; non sono piaciuto, pazienza; me ne rincresce, ma d'altra parte penso che, con le corde tese come sono adesso, non
sarà facile trovare uno che come mossiere accontenti una massa di popolo che trovasi disposta a fischiare prima di vedere la gente alla prova.
Con sentite azioni di grazie mi creda
Obb.mo suo
Leonildo Fabbrini
tratto da: "La vedetta Senese" del 20 agosto 1901. Purtroppo manca il numero del periodico a cui il Fabbrini fa riferimento.
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