
Nella calda temperatura di una
estate caldissima il Palio del 16
Agosto 1958 passerà alla storia
come uno dei più arroventati per
quantità e violenza di episodi fra
contradaioli e per il suo epilogo
a sorpresa, una sorpresa lieta
che sgombrando il terreno di ogni
preventivata animosità ha
coronato la festa dell’abituale,
fascinoso trionfo dei vincitori.
Già dalla prima sera, contro
le facili previsioni di un Palio
tranquillo, gruppi di contradaioli
della Giraffa e del Montone, del
Bruco e della Torre si erano trovati
coinvolti in un tafferuglio
vastissimo che ripercuotendosi
qua e là sulla pista, a prova corsa,
aveva lasciato varie tracce e
risentimenti anche in appartenenti
ad altre contrade.
Cause varie, quelle di una
recente rottura di rapporti fra
Giraffa e Montone ed un acuirsi
del loro agonismo, quelle della
partecipazione di fantini in
rivalità personali riservate sulle
contrade che li avevano ingaggiati,
quelle derivanti dalla sorte che
aveva giocate le speranze e le
aspirazioni delle diverse contrade
in gara.
Dalla prima prova a quella
generale, la elettricità passionale
aveva avuto altre occasioni, sia
pure più limitate e meno spettacolari,
per divampare fino a che
durante lo svolgimento della prova
anzidetta fra i fantini del
Montone e della Giraffa avveniva
durante la corsa, uno scambio di
colpi non ortodossi e la serata,
la notte si faceva ed era una delle
più calde dell'ultimo decennio.
Scontri di contradaioli e tafferugli
erano scoppiati in diversi
punti della Città.
Folla strabocchevole e
numerose personalità
L'alba del 16 Agosto era così
melanconicamente sorta nell'animo
di molti senesi che avevano
sostato per l'intera notte di
fronte all’Ospedale in attesa tanto
paurosa quanto speranzosa di
notizie.
La Città era affollata sin dalla
giornata di ferragosto e nel mattino
treni, pulman e macchine
private avevano riversata nuova
folla che rendeva difficile ogni
circolazione e si rifugiavano nei
bars, ristoranti e trattorie, spesso
aspettando il turno per essere
servita.
Notevoli anche le informazioni
sulla presenza di autorilà e personalità
del mondo politico italiano
ed internazionale. Fra i presenti
erano S.E. l'ambasciatore
di Francia M. Palewski con la
consorte; S.E. l'ambasciatore
del Perù dott. Eduardo Garlan e
consorte; S.E. l'ambasciatore
del Panama presso la Santa Sede
e consorte; il signor Alfonso
Arias Schreiber; il primo segretario
dell’ambasciata del Perù e
consorte; il presidente e vice
presidente della casa cinematografica
Metro Goldwyn Mayer di
Hollywood; il signor H.L. Coleman
della Pan American Airways;
il signor Contino dell’International
Public Relations Associated
con l’attrice della televisione
americana miss July Reding;
il barone Avanzo della
Technicolor Italiana; il dott.
Kasimierz Kmla e Erich Rorich della
Radio Free Europe di Monaco
di Baviera; l'attore Douglas
Fairbanks e famiglia; il regista
Camillo Mastrocinque.
Alle personalità di cui sopra si
aggiungono il dott. Masini capo
personale della Previdenza Sociale;
il capo compartimento delle
FF.SS. ing. Tonni, con il capo
della sezione movimento comm.
Gazzei; il capo gabinetto del
ministro degli interni, il presidente
dell’ente provinciale per il turismo
di Belluno gr. uff. Luciani,
il signor Vitaliani dell'E.P.T. di
Bologna, l'on. Leonetti presidente
dell’Associazione nazionale delle
aziende autonome turistiche, e
numerosi giornalisti, operatori
cinematografici e della televisione
italiana e straniera.
Contrade alla mossa
BRUCO - cavallo Belfiore - fantino
Tamburelli Donato detto
Rondone.
ISTRICE - cavallo Uberta - fantino
Castiglionesi Umberto detto
Biba.
MONTONE - cavallo Stella - fantino
Pecoraro Rosario detto
Tristezza.
GIRAFFA - cavallo Capriola - fantino
Graziano Vincenzo detto
Solitario.
DRAGO - cavallo Gaudenzia - fantino
Terni Vittorio detto
Vittorino.
NICCHIO - cavallo Serenata - fantino
Vischetti Giuseppe detto
Menghino.
LUPA - cavallo Archetta - fantino
Beligni Lazzero detto
Giove.
PANTERA - cavallo Tanaquilla - fantino
Gentili Giuseppe detto
Ciancone.
CHIOCCIOLA - cavallo Zulima - fantino
Colangeli Vincenzo detto
Musingo.
ONDA - cavallo Urbino - fantino
Magnani Ivan detto
Terribile.
Il corteo e la corsa
Nelle sedi delle Contrade partecipanti
alla corsa numerosi visitatori
si sono uniti al popolo
per assistere al rito della benedizione
del cavallo che ha rinnovato
scene di entusiasmo.
Poi le Comparse, faticosamente
si sono fatte largo fra la folla
strabocchevole, mai registrata,
ed effettuando frettolosamente
- data la ressa - le consuete
sbandierate al Circolo degli Uniti,
al Palazzo dell’Accademia Chigiana
e di fronte all’Arcivescovado,
si sono concentrate nel cortile
del Palazzo del Governo ove
Capitani e mangini complottavano
gli ultimi accordi per la corsa.
Tante le aspirazioni dal Bruco,
candidata d'obbligo per correre
con Belfiore vincitore del Palio
di Luglio, alla Pantera che aveva
Tanaquilla, vittoriosa nello scorso
anno, dal Drago, la "nonnetta
giovane" fra le partecipanti che
aveva Gaudenzia, una delle senatrici
della piazza, alla Lupa che
con Archetta, l’altra senatrice,
non aveva nascosti propositi di
vittoria. Nella popolare curiosità
e stima, meno accreditate
erano le aspirazioni dell’Istrice
che pure aveva Uberta, la cavalla
che a Luglio aveva compiuto
un mezzo exploit per la
Torre e che noi, già alla vigilia,
avevamo pronosticata come la
più indicata ad insidiare il valore
di Belfiore e Tanaquilla ed
ancor meno le probabilità della
Giraffa che nelle prove aveva
segnato buoni tempi con la giovane
e sempre migliore Capriola ed
un fantino irruento e coraggioso.
Il corteo, svoltosi in un tempo
relativamente più breve che
non a Luglio ha portato in crescendo
l'ammirazione e l'attesa
della folla che, zeppa e compressa
in una conchiglia apparentemente
angusta, al gran completo
nei palchi e nei balconi, appariva
e spariva fin negli abbaini e
sopra i tetti, fra i merli delle
torri e dei palazzi.
I nervi erano a fior di pelle e
le grida, i battimani ed i fischi
sottolineavano lo sfilare dei
figuranti, meno composti che sempre
e dalle sbandierate ora semplici
e precise, talvolta difficoltose
e disordinate con bandiere
a terra ed una fino tra la folla.
Finalmente l’attimo tanto atteso
della corsa finale che scioglie
comunque in lacrime o gioia il
nodo che serra la gola e stringe
il cuore.
Ottanta secondi di follia
Se fosse possibile riecheggiare
quanto il microfono di Silvio Gigli
ha raccolto e registrato dal
momento in cui il mortaretto è
scoppiato per l’uscita dall’entrone
a quando è tornato più volte a
scoppiare per la vittoria dell'Istrice
con il cavallo scosso si
avrebbe una recensione più che
realistica, inimmaginabile anche
a chi l’ha vissuta.
Dall’attimo di silenzio che
precede lo scoppio al boato che saluta
e scandisce i nomi delle contrade
che escono dall’entrone o
che entrano al canape è una
vibrante, fantasiosa èco di sessantamila
voci che esprimono paura
ed incitamento, ammirazione ed
imprecazione, gioia e dolore.
Un foglietto è passato fra quattro
mani prima di essere dispiegato
e letto: Bruco, Istrice, Montone, Giraffa,
Drago, Nicchio, Lupa,
Pantera, Chiocciola, Onda.
Il mossiere Casilli a terra fino
alla chiamata del Drago, ha appena
il tempo di correre sul
verrocchio chè tutti sono abbastanza
tranquilli anche se l’ordine non
è perfetto. Allo steccato Bruco
ed Istrice hanno il solito grande
spazio, altrettanto è sul centro
ove il Nicchio appare isolato
mentre Lupa, Pantera e poi Chiocciola
molto alte e di traverso
lasciano minimo spiraglio alla
visuale dell’Onda che è di rincorsa.
Questa indugia, ma poi scatta
comunque avendo di mira forse
più la posizione della amica
contrada tra i canapi che non la
propria.
Il canapo cade quasi portato
via dall’Istrice che è la più pronta,
come a Luglio, a scattare. Sono
di poco in ordine degradante
Montone e Giraffa, Drago mentre
dall’alto in un attimo di ritardo
sono Lupa, Pantera. Il Bruco dalla
prima posizione, per quanto
libero, esce tardi come Lupa e
Pantera, ma mentre la Lupa cerca
di riguadagnare posizioni
buttandosi ai cancellati, il Bruco si
confonde al centro ove gli sarà
difficile districarsi.
A San Martino gruppo bellissimo
in folle velocità: mille e
mille mani si alzano nel timore
di una caduta generale ma il
gruppo arditissimo gira con facilità
a ventaglio guadagnando le
posizioni in discesa: l'Istrice è
prima seguita della Giraffa, terza
la Lupa, quarto Drago, Montone,
Bruco e Pantera e le altre in
posizione ancora confusa. Al primo
giro al Casato i dieci cavalli,
sono ancora nello
spazio di trenta metri o poco più,
poco meno. Il secondo giro è così
affrontato senza eccessivo
contrasto fra i fantini, ognuno
impegnato ad incitare il proprio cavallo
nell'intento di trarne il
maggior rendimento. Se danneggiamento
fra l’uno e l’altro avviene,
diremmo e diciamo che
trattasi di fatto puramente casuale,
perchè è evidente che nessuno
vuole assumere impegni. Così
la corsa dell'Istrice, in prima
posizione, è indisturbata ed appare
distaccata dall’affanno degli
inseguitori fra i quali il più fresco
appare ed è Capriola, la cavallina
della Giraffa, condotta e sospinta
da Vincenzo Graziani detto il
Solitario. Ancora il secondo giro è
compiuto ed il terzo ha inizio
senza che alle spalle di Giraffa
ed Istrice appaia una seria
minaccia. La Lupa è retrocessa e
superata dal Drago, poi anche
questi è investito dal Bruco e
retrocede e seguito dalla Lupa, mentre
la Pantera recupera quasi che
iniziasse nel terzo giro la sua
gara. Uberta e Biba sono ai
duecento metri dal bandierino
ancora in testa, ai cento ancor più
nettamente quando per la terza
volta la curva del Casato si apre,
novello trabocchetto per Biba ed
Uberta. Grida di imprecazione e
pianto si levano altissime accompagnando
la caduta di Uberta,
de Mores: la vittoria dell'Istrice
sta per annegare nell’ultime
bracciate, ma la Giraffa che incalza
ancora sbatte in Uberta che
riprende la sua corsa e taglia vittoriosa
il bandierino fra il giubilo
del popolo di Camollia. Seconda
è la Pantera a breve distanza,
terza la Giraffa sul collo della
Pantera, quarto il Bruco, poi
il cavallo scosso della Lupa
essendo Lazzaro Beligni caduto nel
groviglio formatosi al Casato,
quindi Drago, Montone, Nicchio,
Onda, Chiocciola.
Il trionfo dei vincitori
Non sono ancora sfilati tutti i
cavalli che sotto il palco dei Giudici
arrivano le bandiere quadricolori
di Camollia attorniate dalle
bandiere delle Contrade amiche
ed alleate e da un nugolo
sempre più folto di contradaioli
che diverrà fiumana prima che
il carteo trionfale esca dal Campo
per recarsi in Duomo quindi
alla Chiesa della Contrada a
cantare il ringraziamento all'Assunta
ed a San Bartolomeo, il
patrono dell’Istrice.
In breve suono di campane ed
accendersi di luci sottolinea il
dilagante entusiasmo degli istriciaioli
che appaiono pazzi di gioia
e di entusiasmo. Scene indescrivibili
avvengono e Fabio Sergardi,
Renato Buccianti i due artefici
quasi diremmo i due Capitani
fusi in un unico, concorde
scettro di comando - con i tenenti
Italo Fedolfi e Aldo Martelli
sono portanti in trionfo, abbracciati
e baciati. Essi hanno ripetuto
a breve distanza di due anni
il successo conseguito con Gaudenzia
e Mezzetto nel Palio di
agosto 1956, preparandolo silenziosamente,
affiancati dalla guida
preziosa di un Priore quale il
Cavaliere del Lavoro, Mangia d’Oro
di Siena Alfredo Benincore, Provveditore
del Monte dei Paschi di Siena.
Durante la sera hanno reso
omaggio alla Contrada vittoriosa
numerosi dirigenti di Contrada,
membri del Magistrato delle
Contrade e lo stesso Rettore, Conte
Guido Chigi Saracini che
dell'Istrice è gran Protettore e Priore
Onorario.
Scene di entusiasmo si sono
ripetute al giorno successivo nel
giro della Città e nel corteo trionfale
ove facevano spicco gustosi
cartelli satirici per gli avversari.
Ed ora alle feste della Vittoria
che nel Montone e nell’Istrice si
volgeranno a chiusura della estate
senese ammenochè l'appendice
del Palio straordinario non
rinnovi passione e gara in fasi e
gesta sempre nuove anche se la
storia si ripete.
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