In una corsa piana ed al tempo
stesso drammatica, nella diversa
visione e valutazione delle protagoniste,
ancora una volta Vittorino - il
dominatore di quest’annata incandescente -
ha conquistato la Vittoria
portando primo in partenza ed al
bandierino d’arrivo quell’ottimo baio
che, a luglio, aveva sconfitto con
Tanaquilla. Ed è stata per Vittorino
la Vittoria più bella, indubbiamente,
perchè l’ha potuta dedicare ed offrire
a quel popolo e a quei dirigenti che,
rivelandolo in Piazza, avevano sempre
avuto fiducia in lui e sempre
lo avevano sostenuto, anche quando
la sorte non gli era stata favorevole.
Ha vinto il Nicchio ed il cielo
ha riflesso sulle strade tutto il suo
azzurro, un azzurro caldo, fascinoso,
elettrizzante. Quando a grappoli
le bandiere, trapunte di stelle, hanno
invasa la Piazza e le vie di Siena,
risa e canti, lacrime ed abbracci
hanno sottolineato e caratterizzato un
successo tanto atteso, tanto preparato,
troppe volte inseguito e ringoiato
proprio quando sembrava raggiunto.
Non è per cattivo gusto che nella
giornata della luminosa gioia si
risuscitano certi ricordi ormai archiviati,
ma perchè la fede ferma che ha valso
la conquista del successo è esempio
significativo di costante ed avveduta
preparazione che pone in rilievo
l'accortezza dei dirigenti ed in
principal modo del Capitano Vittorio
De Santi.
NICCHIO, DE SANTI, VITTORINO,
un trinomio che ha dato corpo
e sostanza alla Vittoria più bella,
colore e tono ad un successo contrastato
e pertanto più ambito.
Una giostra difficile
Già nelle note della vigilia avevamo
delineato quante difficoltà presentasse
la corsa del 16 agosto con quella
assegnazione di cavalli che, capovolgendo
la sorte di luglio, aveva
posto in primo piano Torre, Nicchio
ed Oca e pronte ad ogni incertezza
altrui Tartuca, Lupa e Leocorno.
Riandando alla corsa di luglio il
pronostico sarebbe stato facile se nel
discorso avessimo seguito coloro che
accreditarono la vittoria a Tanaquilla
come risultato di una gara sportiva
nella quale il più forte, normalmente,
si impone. Assecondata da
una buona disponibilità di mezzi,
Tanaquilla era indubbiamente la
"cavalla da battere " ma nel Palio - e
lo dicemmo non a caso - per vincere
occorre un cavallo buono, un fantino
migliore, capacità di dirigenti, disponibilità
di mezzi e buona sorte.
La somma di questi coefficenti aumenta
e diminuisce le possibilità e
così è stato in questo Palio del
16 agosto che - come quello di luglio -
non ha avuto affatto un contenuto
ed un epilogo sportivo.
La 554.a corsa non è mancata
all’attesa perchè nei giorni di preparazione
ha visto ancor più arruffare
le carte con un continuo movimento
di fantini e la scomparsa di un
cavallo e di una contrada che poi è
rimasta assente dalla corsa.
Welka, la cavalla toccata in sorte
alla Tartuca, è sempre stata riottosa
alla partenza: più volte impegnata
allo scopo di vincere, il suo timore
finì per incappare in un infortunio.
Affidata ad una nuova guida con
impegno a non forzare, spinta invece
senza alcun riguardo, Welka non fu
poi in condizioni di partecipare al
Palio. Questa la ragione per cui il
Palio del 16 agosto 1957 è stato corso
solo da nove Contrade.
La corsa lineare del Nicchio
La giornata del 16 agosto si è
aperta in piena luce abbuiandosi verso
il mezzogiorno. Poi il vento ha
trasportato via le nubi e la tavolozza
dei colori del Palio si è dispiegata
alla folla immensa in tutta la sua
lucentezza.
Sin dal mattino la circolazione in
Città si era fatta difficile e si deve
alla accorta direzione e vigilanza del
Corpo Agenti municipali se tutto è
andato bene senza nessun incidente.
Numerose e variopinte le comitive di
turisti italiani e stranieri che hanno
affollato Chiese e Musei e sono scese
poi nei rioni ad assistere alla vestizione
delle Contrade ed alla benedizione
dei cavalli.
Numerosa e qualificata la partecipazione
di giornalisti italiani ed esteri
fra i quali molti invitati dalla
Cesi-Malenotti film per il lancio della pellicola
"La ragazza del Palio".
Fra le personalità presenti l’On.
Resta, sottosegretario allo spettacolo,
l’Ambasciatore spagnolo Vasquez, il
direttore dell’Accademia delle arti e
della cultura britannica a Roma, quaranta
professori della Sorbona di
Parigi. Numerosi attori ed attrici
cinematografiche fra le quali Ingrid
Bergman con la figlia, ospite del Circolo
degli Uniti, Vittorio Gassman,
Bruce Cabot, Anna Maria Ferrero, il
regista Luigi Zampa nella terrazza
dell’Ente Provinciale del Turismo, il
pugile Tiberio Mitri con l’attrice
Roberta Lizzy.
Il gruppo dei giornalisti, ospiti della
Malenotti film, ricevuti nel
pomeriggio del 15 agosto in Comune,
hanno partecipato ad un pranzo alla
Villa Scacciapensieri.
Verso le 16, quando le Comparse
sono andate dirigendosi verso il
Palazzo del Governo, la circolazione
era pressochè impossibile sì da
presumere che ogni record di presenze
sia stato largamente superato.
Il Corteo storico ha avuto un ottimo
svolgimento e bene seguite sono
state le sbandierate, impeccabile il
comportamento dei figutanti.
Molta curiosità ed ammirazione è
stata suscitata dalla presenza e
partecipazione di una giovane nobile
senese, la Rosanna Bonelli che per i
colori dell’Aquila ha rivestito i panni
ed assunte le fuzioni di fantino.
Terminato il Corteo, nell’attesa
sempre più febbrile , si sono svolte
le ultime operazioni preparatorie della
corsa. Il Drappellone è stato
recato al Palco dei Giudici mentre gli
alfieri effettuavano la sbandierata
generale.
Ancora pochi attimi, poi una
bandierina bianca che ha dato il segnale
e lo scoppio del mortaretto ha dato
il via alle più assordanti e disparate
invocazioni ed incitamenti. Uscendo
dall’entrone i fantini hanno ritirato
il nerbo, poi hanno sostato per salutare
le Autorità ed infine lentamente
si sono portati al punto di pattenza.
L’ordine di entrata fra i canapi è
quindi giunto e la Lupa, chiamata
per prima, ha iniziato l'ingresso dei
cavalli prima ordinato, poi alquanto
movimentato tanto da richiamare il
mossiere a scendere dal verrocchio e
richiamare i fantini ad un più ligio
ordine.
Le contrade sono state così chiamate:
Lupa (fantino Romanino, cavallo
Archetta); Oca (Biba, Ravi II);
Aquila (Rompicollo, Porcina); Nicchio
(Vittorino, Belfiore); Selva
(Imolo, Raffica); Leocorno (Ivan,
Gaudenzia); Torre (Tristezza, Tanaquilla);
Drago (Bazza, Capriola); Civetta, di
rincorsa (Lazzaro, Marta).
Mancava la Tartuca, come abbiamo
già accennato.
Il mossiere, prima che entrino
Drago e Civetta, si affanna a richiamare
Aquila e Selva perchè prendano
il loro posto essendo arretrate.
Lo spazio fra i canapi, data anche
l’assenza di Welka della Tartuca, è
molto e non si comprende come i
fantini si stringano verso il centro
pur dimostrando di non aver volontà
ed intenzione di danneggiarsi. I richiami
del mossiere sono vani mentre
entra il Drago e poi quando scatta
la Civetta.
Pare quasi che il mossiere sia
sorpreso da questo scatto della Contrada
di rincorsa tanto che essa giunge fin
presso il primo canape quando avviene
lo scatto. La partenza è improvvisa
e per quanto, figuratamente,
tarda, sorprende, ma la folla la saluta
come una liberazione alla sua
spasmodica attesa.
Nessun ripensamento, la Lupa balza
fuori per prima incalzata dall'Oca
e più sul centro dal Nicchio,
gli altri a ridosso, un po’ più tardi
Selva ed Aquila. La lotta per la
prima posizione è emotiva al massimo,
ma Belfiore, sospinto forte da
Vittorino, se l’aggiudica superando
prima l'Oca e poi la Lupa che frena
là ove l'altro spinge.
Sulla curva di San Martino è prima
il Nicchio, poi Lupa ed Oca,
quindi Leocorno, Aquila, Torre, Selva,
Civetta, Drago. Fra San Martino
ed il Casato lottano Lupa ed Oca
nella rincorsa di Vittorino e Belfiore,
ma questi guadagna ancora terreno
dopo la seconda curva ove il
cavallo dell’Oca scarta facendo frenare
anche quello della Lupa. Passa così
in seconda posizione il Leocorno seguito
dall’Oca e dalla Lupa.
La marcia di Vittorino sembra
incontrastata, vittoriosa perchè difficile
sarà per l’Oca con Ravi un possibile
inseguimento, mentre la Torre è troppo
distaccata. A S.Martino dramma
nelle retrovie: passano puliti
Nicchio, Oca e Leocorno mentre
l’Aquila scavalla la intrepida Rosanna
e Romanino nella Lupa non può
evitare cadendo pure lui a terra. La
Torre, ancora distaccata, evita la caduta,
ma deve rimontare i due cavalli
scossi, quindi passata la mossa,
cioè al termine del secondo giro, è
costretta ad affrontare l’agguato di
Biba che, minorato per la rottura di
una guida, tagliato fuori dalla lotta
per la vittoria, gli s'avventa per
ostacolarne la marcia. Scambio di nerbate,
poi la Torre passa e passa quindi
anche il Leocorno portandosi in seconda
posizione. Tanaquilla è lanciatissima,
ma è ormai troppo tardi
perchè il vantaggio di Belfiore è incolmabile
e Vittorino, che lo ha risparmiato,
sorride già alla sicura Vittoria.
Scoppia il mortaretto, una, due,
tre volte mentre da tutte le parti
della piazza straripano i nicchiaioli e
le bandiere delle contrade alleate ed
amiche.
Nel rione dei Pispini, ove la notizia
è rapidamente giunta, sbucano bandiere
da ogni parte e le luci si accendono
mentre inizia a sgorgare il vino
per gli ospiti tutti che nel Nicchio
si recheranno.
E’ festa in ogni casa, festa nella
Chiesa e nella Sede, nella nuova
Società "La pania". Fino a notte
inoltrata, fino alle prime luci del
mattino: un nuovo giorno che alla
celebrazione della vittoria azzurra è
dedicato con il giro della Comparsa
per tutta la Città.
Sul libro d’oro, una mano tremante
di un contradaiolo che silenziosamente
scrive la storia di tutti i
Palii, nella notte stessa, ha tracciato:
16 agosto 1957 Nicchio vincente,
con il Capitano Vittorio De Santi,
il fantino Vittorino ed il cavallo
Belfiore.
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