Dopo le roventi polemiche dello scorso agosto sale sul verrocchio un nuovo Mossiere, Ilario Atanasi.
La tratta pone in primo piano il "nonno" Leocorno e l'"affamato" Bruco rispettivamente con Panezio ed Orbello. Le due contrade si accordano subito con i due marpioni della piazza, Bazza e Rondone. Nelle altre contrade c'è invece moltissimo movimento.
Nella Torre, dove c'è di nuovo Pitagora, il giovane Camillo, fantino fatto in casa, vince la concorrenza con Canapetta, ormai agli sgoccioli della sua carriera. Tartuca e Chiocciola cambiano ben quattro monte, nella Selva si rivede Ciancone a cui però viene preferito Canapino, nel Montone Tristezza viene sostituito con Bazzino.
La mossa del Palio è perfetta, partono prime Bruco e Torre, solo la Chiocciola, di rincorsa ed il Montone, nono al canape, restano attardate. Alla prima curva di San Martino girano nell'ordine Bruco, Torre e Leocorno, nelle retrovie cadono Chiocciola e Giraffa.
Al primo Casato le due favorite del Palio escono di scena, cadono Rondone e Bazza, la Torre rischia la stessa fine ma Spillo in maniera acrobatica resta a cavallo, cade anche la Tartuca. Evitano l'impatto Oca, Selva e Montone che si portano nelle prime posizioni.
Al secondo San Martino la bravura di Spillo è vanificata, Pitagora, come al solito, non curva. Per un attimo Panezio scosso passa al comando, seguito dalla Selva, ma i due battistrada allargano troppo ed Aceto ne approfitta. Sulla scia dell'Oca si inserisce il Montone, sono protagonisti due cavalli poco quotati alla vigilia, Tatiana e Pancho, mentre Rimini fa da terzo incomodo.
Aceto spinge al meglio la modesta Tatiana, per l'Oca si avvicina un nuovo trionfo, ma all'ultimo Casato Bazzino compie il suo capolavoro passando all'interno con una manovra rischiosissima. Il sorpasso riesce, Aceto non può nulla, la vittoria attesa per sedici anni dal Montone arriva nel modo più sofferto ed inaspettato.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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