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16 agosto 1957
NICCHIO



CAPPOTTO REALIZZATO DA VITTORINO

L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei cavalli, su quelli dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine

* Fantino esordiente
1 Non corse per l'infortunio del cavallo durante la Prova Generale (cfr.)

Archetta LUPA Romanino
Ravi II OCA Biba
Percina AQUILA Diavola *
Belfiore NICCHIO Vittorino
Raffica SELVA Falchetto
Gaudenzia LEOCORNO Il Terribile
Tanaquilla II TORRE Tristezza
Capriola DRAGO Bazza
Marta CIVETTA Giove
(Velka) TARTUCA non corse 1

MOSSIERE: Paolo Casilli






CAPITANO: Vittorio De Santi
PRIORE: Robusto Guerrini
MANGINI: Renato Fattorini - Alberto Corradeschi
BARBARESCO: Giancarlo Cambi

La contrada non vinceva dal 2 luglio 1947
Il fantino non vinceva dal 2 luglio 1957




E' il Palio che passa alla storia per la presenza fra i canapi di una donna-fantino, dopo la leggendaria Virginia che difese i colori del Drago nel 1581, tocca alla senese Rosanna Bonelli, figlia del famoso scrittore Luigi. Per Rosanna è la realizzazione di un sogno avvenuta grazie ad una serie di coincidenze. Infatti Rosanna riesce ad entrare quasi per caso nel cast del film "La ragazza del Palio", facendo da controfigura alla protagonista. Durante le riprese Rosanna si trova a correre sul tufo ed in lei cresce la voglia di Palio "vero", con l'appoggio della produzione del film, in cerca di un gran lancio pubblicitario, inizia a sperare in una monta. Ma lo zio di Rosanna, Umberto Bonelli, Capitano della Selva, pone il veto assoluto temendo per l'incolumità della nipote e convince anche gli altri capitani a non ingaggiare la ragazza. Le speranze di Rosanna sembrano svanire quando proprio la sua contrada, l'Aquila, le offre la possibilità di montare per il Palio, vista la pochezza del barbero Percina e la recente vittoria del 1956. La "fantina" dell'Aquila corre tre prove vincendone due, viene segnata come "Diavola", ma per tutti il suo soprannome è Rompicollo, dal titolo di una celebre operetta del padre Luigi. In questo Palio, Vittorino ripaga alla grande la fiducia dei dirigenti nicchiaioli che è rimasta inalterata nonostante il comportamento poco limpido tenuto nella Carriera dell'agosto precedente. Alla mossa, assente la Tartuca, Vittorino al quarto posto può ancora contare sull'appoggio di Giove di rincorsa. L'allineamento è molto confuso e quando la Civetta entra ci sono fuori posto Selva e Aquila, la favorita Tanaquilla, nella Torre, parte in grave ritardo. In testa ci sono Nicchio, Lupa, Oca e Leocorno, Vittorino e Belfiore hanno già il Palio in tasca. Aquila e Torre, in grande rimonta, si danneggiano al primo San Martino, anche Lupa e Leocorno si intruppano al Casato. Mentre prosegue il monologo del Nicchio, al secondo San Martino finisce l'avventura di Rompicollo, trascinata dalla Lupa in una rovinosa caduta, Oca e Torre trovatesi a contatto ingaggiano una furiosa lotta a nerbate. A Tristezza non rimane che il secondo posto dietro Vittorino che conquista il cappotto personale. Subito dopo il Palio Rompicollo viene accusata da alcuni torraioli di aver ostacolato la corsa di Tanaquilla. Vola qualche ceffone, in difesa della "fantina" accorre un contradaiolo dell'Aquila che usando come arma un mazzo di fiori, destinato a Rosanna, riporta la calma.

(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

MASGALANI

























LE CADUTE DEI FANTINI
















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