ROSANNA BONELLI DETTA DIAVOLA
Alla Nobile Contrada dell’Aquila è legato un episodio quasi unico nella storia del Palio, la partecipazione di una donna alla carriera, il 16 agosto 1957 corse su Percina, Rosanna Bonelli detta "Diavola", una giovane senese figlia del celebre scrittore Luigi.
In precedenza solo nel 1581 una donna aveva corso il Palio, la quindicenne Virginia Tacci, una pastorella che difese con coraggio i colori del Drago, piazzandosi seconda, suscitando l’entusiasmo di tutto il popolo senese.
La leggendaria Virginia però non aveva sfidato la Piazza, infatti corse in un Palio alla lunga, quindi Rosanna Bonelli resta ancora oggi l’unica donna-fantino della storia paliesca.
Le vicende che la portarono a correre sono abbastanza curiose, un misto di passione ed incredibili coincidenze.
Rosanna sin da piccola montava a cavallo, con ottimi risultati, visto che negli anni seguenti diventò una delle poche donne in Italia a correre nelle regolari ad ostacoli.
Il suo sogno era quello di correre il Palio, ricalcando le gesta della mitica Rompicollo, donna-fantino protagonista dell’operetta omonima del padre Luigi Bonelli.
Sulle tavole di molti teatri "Rompicollo" riscosse numerosi consensi, la storia di una "fantina" che vince il Palio contornata da veri alfieri di piazza e da ottimi attori, dava un fascino particolare a quest’operetta.
Il sogno di Rosanna sembrava tuttavia destinato a rimanere tale, anche il grande Ganascia, che allenava con lei alcuni cavalli, la persuadeva.
La grande occasione arrivò quasi per caso, nella primavera del 1957, durante le riprese del film "La ragazza del Palio", di Luigi Zampa, liberamente ispirato a "Rompicollo".
Rosanna, sfruttando l’amicizia del regista con suo padre, ottenne il permesso di assistere alla riprese dall’entrone.
Le scene di Palio simulato furono girate nel Campo, come comparse furono scelti dei vecchi fantini, quali Ganascia, Amaranto, Ruscetto e Pietrino che trovò la morte proprio dopo una di queste riprese a causa di un infarto.
Una mattina, mancava una delle comparse a cavallo, Rosanna, con la complicità di Ganascia, decise di sostituire l’attore assente all’insaputa della produzione.
Raccolti i capelli nello zucchino, Rosanna si trovò a correre col giubbetto della Pantera un Palio simulato, pieno di nerbate, per lei la gioia fu immensa, anche dopo gli aspri rimproveri subiti per aver corso senza permesso e senza assicurazione.
Soddisfatta, Rosanna tornò a casa senza nemmeno immaginare cosa sarebbe accaduto di li a pochi giorni.
La controfigura dell’attrice Diana Doors, avvenente star americana, protagonista del film con Vittorio Gassman, dopo una rovinosa caduta si rifiutò di continuare a girare, la produzione decise così di far chiamare Rosanna che fu scritturata come controfigura.
Nelle riprese Rosanna montò la mitica Gaudenzia e nel film vinceva insieme a lei il Palio per i colori della Chiocciola, nonostante le scorrettezze del fantino "Manolesta".
La ragazza, nei giorni delle riprese, aveva fatto più volte presente ai responsabili del film che il suo sogno era quello di correre il Palio vero, questi, in previsione del lancio pubblicitario del film, decisero di appoggiare Rosanna iniziando a contattare i capitani delle contrade per trovare una monta.
L’idea trovò subito la durissima opposizione di Umberto Bonelli, capitano plurivittorioso della Selva e zio di Rosanna.
Il capitano selvaiolo, essendo morto da poco il padre della ragazza, trovò assurda l’ipotesi di far correre la nipote in piazza e pregò i suoi colleghi di non accettare le offerte della produzione del film.
Tutto sembrava destinato a fallire, ma il destino diede una mano a Rosanna, il capitano dell’Aquila nei giorni precedenti al Palio era fuori Siena e non fu contattato da Umberto Bonelli, in breve tempo l’accordo fu sottoscritto.
L’Aquila aveva vinto il Palio l’anno precedente ed avendo avuto in sorte l’esordiente Percina accettò di montare Rosanna, che si trovò in Piazza a correre le prove con il giubbetto della sua contrada.
Alla quarta prova la giovane "fantina" sostituì il fantino Biba, passato poi all’Oca, corse tre prove vincendone due.
La curiosità attorno alla "fantina" era notevole, anche fra i colleghi, per niente abituati ad avere come avversario una donna.
Rosanna fu segnata in Comune col soprannome di Diavola, ma per tutti era ed è Rompicollo, come l’eroina dell’operetta di suo padre.
Alla mossa Rompicollo si trovò fra Vittorino nel Nicchio e Biba nell’Oca, allo scattare dei canapi partì nettamente in ritardo, ma riuscì a recuperare terreno, tanto da iniziare il secondo giro in terza posizione.
A San Martino però Rompicollo cadde, trascinando con se il fantino della Lupa, Romanino.
Il dopo corsa fu per Rompicollo molto turbolento, mentre i nicchiaioli festeggiavano la loro vittoria, dei torraioli si avvicinarono minacciosamente alla ragazza, accusandola di aver ostacolato il loro fantino.
Volò qualche ceffone, ad evitare il peggio ci pensò un contradaiolo dell’Aquila il quale, usando come arma un mazzo di rose che voleva donare a Rosanna, allontanò i contestatori torraioli.
Nei giorni seguenti oltre alle scuse della Contrada della Torre, Rosanna ricevette il compenso dalla produzione del film e lasciò alla sua contrada l’ammontare dei partiti.
La Nobile Contrada dell’Aquila, riconoscente verso la sua contradaiola-fantina le attribuì il titolo di "fantino onorario".
Nelle foto Rosanna Bonelli insieme ad alcuni contradaioli dell'Aquila.
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